La Nuova Sardegna

«Isola esclusa dal Senato» scontro tra Unidos e Pd

Pili: lo Statuto vieta il doppio incarico di parlamentare e consigliere regionale Il dem Sanna: sbaglia, il nuovo organismo non ha nulla a che vedere con il vecchio

05 novembre 2016
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SASSARI. La Sardegna rischia di essere esclusa dal nuovo Senato targato Boschi. A lanciare l’allarme è il deputato Mauro Pili, leader di Unidos, che ha denunciato l’incompatibilità tra le nuove norme costituzionali e lo Statuto della Sardegna che vieta che un consigliere regionale possa essere anche parlamentare. Ma il deputato del Pd, Francesco Sanna, getta acqua sul fuoco perché, a suo dire, il nuovo Senato non può essere confuso con quello prevista dalla Costituzione del ’48. A dare il la alla polemica politica, a un mese esatto dal referendum del 4 dicembre, è stato Pili, con una interrogazione al premier Matteo Renzi, trasmessa anche al presidente della Repubblica e al numero uno della Corte costituzionale. «Nel nuovo Senato non potranno essere eletti i rappresentanti della Sardegna per incompatibilità – attacca Pili –. E se si adegua lo statuto viene automaticamente cancellata la specialità della Sardegna. Il capo dello Stato deve intervenire per rispedire alle Camere questo pasticcio. La clausola di incompatibilità è una norma costituzionale dello statuto sardo e per rimuoverla serve una procedura costituzionale che durerà non meno di un anno. Un vero e proprio cavallo di Troia che farà scattare l’applicazione della riforma e, quindi, la cancellazione della specialità autonomistica della Sardegna. Con questo golpe verrebbero totalmente cancellate competenze della Regione esclusive o concorrenti».

Ma per il collega dem Francesco Sanna la denuncia di Pili non ha ragione di esistere. «Per il nuovo Senato non vale il divieto di doppio mandato previsto dall’articolo 17 dello statuto che, invece, fa riferimento a una delle Camere, così come le conosciamo adesso, in regime di bicameralismo paritario – spiega –. Non deve ingannare il fatto che il Senato riformato abbia mantenuto lo stesso nome. Sono diverse funzione, competenza legislativa e composizione. I suoi membri non rappresenteranno più la Nazione. Non potrà essere sciolto dal presidente della Repubblica. Si rinnoverà non più in toto ma parzialmente, via via che si rinnoveranno i consigli regionali. L’elettorato passivo, inoltre, non sarà più di tutti gli ultraquarantenni, ma solo dei consiglieri regionali e dei sindaci. E non sono gli ultraventicinquenni a eleggere i senatori, ma i Consigli regionali, sulla base di un’indicazione dei cittadini». (al.pi.)

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