La Nuova Sardegna

emigrati

I circoli dei sardi sempre più rosa

Mascia confermata presidente, Concas responsabile delle donne

01 novembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





QUARTU. È Francesca Concas la nuova coordinatrice nazionale delle donne della Fasi, la federazione della associazioni e dei circoli degli emigrati sardi, che nel congresso di Quartu hanno riconfermato alla presidenza Serafina Mascia. Nata a Quartu e cresciuta ad Assemini, la Concas vive a Firenze, dove insegna. «Mi farò carico di raccogliere le istanze delle altre componenti del gruppo di lavoro e le porterò all'attenzione dell'esecutivo nazionale – spiega –. Ognuna di noi ha un vissuto, specificità, un territorio di riferimento e idee. Ognuna di noi ha una storia. C'è chi è andata via per studiare, per lavoro, per un amore. Ma credo che la migrazione al femminile sia oggi qualcosa di molto diverso dal passato. Possiamo ancora partire per seguire un amore, ma non siamo più solo questo. Siamo professioniste, insegnanti, impegnate in settori diversi della società. Non abbiamo un solo tipo di profilo. E questa è la nostra forza e la nostra ricchezza. Non incarniamo più il ruolo di custodi della tradizione e della conservazione del legame con la Sardegna, magari attraverso la buona cucina. Sono stereotipi di genere che non hanno più senso. Vorrei dare vita a una rete che ci possa permettere di lavorare insieme. E poi porterò avanti i progetti già avviati. Il tutto cercando di mitigare il tasso di litigiosità che affligge a volte la vita dei nostri circoli. Anche se noi sarde e sardi abbiamo ricevuto una severa educazione dal Continente».

La rappresentante femminile delle emigrate sarde ha lasciato l’isola a 17 anni per iscriversi a Firenze in Architettura. «È stato realizzare un sogno, il coronamento dei miei studi di storia dell'arte. Sono anche stata fortunata, perché ho avuto la possibilità di tornare spesso a casa e non ammalarmi troppo di nostalgia. Quando penso a certi nostri migranti di vecchia generazione, che magari non hanno più avuto la possibilità di tornare, o alle persone che oggi arrivano qui in Italia da paesi lontani, dopo viaggi incredibili e terribili, mi sento davvero una privilegiata». (a.m.)

In Primo Piano
Turismo

In Sardegna un tesoretto di 25 milioni dall’imposta di soggiorno: in testa c’è Olbia

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative