La Nuova Sardegna

Falchi: servono dati certi per il latte ovino

L’assessore chiede di estendere l’obbligo di comunicare la quantità conferita dai produttori

28 ottobre 2016
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ROMA. «Il Ministero ha ricevuto la nostra richiesta di estendere al comparto ovino il decreto del 2015 che obbliga gli acquirenti di latte bovino a comunicare entro un mese la quantità di latte conferito dai produttori»: Lo dice l’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi, che a Roma ha incontrato i dirigenti competenti del Mipaaf.

Il tema è cruciale: «L’assenza di dati certi per quanto concerne il settore ovicaprino – continua l’esponente della Giunta - è un problema reale, che pregiudica qualsiasi possibilità di crescita del comparto. Non è però l’unica difficoltà: bisogna piuttosto creare le condizioni che consentano agli attori della filiera di riconoscerne la validità e condividerne l’utilizzo. La conoscenza del latte prodotto è solo una condizione necessaria ma non sufficiente: occorre anche sapere in cosa viene trasformato, dove e a quali quotazioni viene collocato il prodotto formaggio. Come assessorato ci siamo impegnati a fondo affinché la filiera si dotasse di un sistema certificato di acquisizione dei dati utili a programmare le strategie di collocazione nel mercato delle nostre produzioni. Ci stiamo arrivando, con la condivisione di tutti - ha sottolineato Falchi -, attraverso la costituzione dell’Organismo interprofessionale (OI)».

L’assessore spiega che l’OI fonisce una risposta complessiva al problema: chi aderisce deve rendere disponibili produzioni, prezzi e andamenti del mercato sotto la vigilanza di un Comitato che prevede la presenza di esperti delle Agenzie regionali e dell’Aras. Perché «senza la volontà di produttori e trasformatori di identificare un sistema di programmazione condiviso si otterrà solo una frazione di quanto necessario a ridare slancio al settore - commenta Falchi -. Peraltro i dati sulle Dop sono già disponibili e certificati, ma non tutti sembrano volerne prendere atto». «L’obiettivo è quello di dare alle istituzioni pubbliche il ruolo di arbitri e garanti - ricorda Falchi – ma confermando il principio che le controversie tra produttori e trasformatori vanno risolte negli ambiti corretti». «Senza l’accordo degli attori della filiera – conclude l’assessore - e una programmazione informata il futuro delle zone interne della Sardegna e di un settore fondamentale nella nostra economia è a rischio»

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