La Nuova Sardegna

Calo demografico in Sardegna, nonostante i 47mila stranieri ormai stabili

Calo demografico in Sardegna, nonostante i 47mila stranieri ormai stabili

Nel 2015 il saldo della popolazione è stato negativo. La crescita degli immigrati è frenata anche dal fatto che l'isola è meno attrattiva per via della crisi economica

27 ottobre 2016
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CAGLIARI. Nonostante l’aumento degli stanieri con gli sbarchi di migranti, in Sardegna il saldo della popolazione nel 2015 è negativo. Non solo: la crescita degli immigrati è in frenata nell’isola in quanto molti di questi sono diventati cittadini italiani e, quindi non rientrano nelle statistiche come stranieri, ma, soprattutto, perchè la crisi economica ha reso meno attrattiva l’isola.

È quanto emerge dal dossier statistico sull’immigrazione curato, per la parte che riguarda la Sardegna, da Tiziana Putzolu del Centro relazioni internazionali dell’Università di Cagliari. Il rapporto - spiega la ricercatrice - si basa sui migranti stabili, residenti nell’isola che, alla fine del 2015 sono risultati 47.425, di cui il 54,4% donne. La componente femminile è in flessione, visto che nel 2014 era il 55,8% sul totale e nel 2013 il 56,1%. Nel corso del 2015, i residenti stranieri - secondo quanto emerge dal dossier illustrato stamane a Cagliari nell’aula magna della Facoltà di Scienze Politiche - sono aumentati di 2.346 unità, registrando un incremento percentuale del 5,2% rispetto all’anno precedente (contro il 6,9% del 2014 quando l’aumento si attestava a 2.920 persone). Gli immigrati incidono sulla popolazione sarda per il 2,9% (contro il 12,0% che si registra in Emilia Romagna, la regione italiana con la più alta densità di immigrati) e sono lo 0,9% di tutti gli stranieri residenti in Italia.

Gli stranieri residenti in Sardegna giungono per oltre il 50% (24.969) da paesi del continente europeo, in particolare dalla Romania, da dove sono arrivate in totale 13.550 persone, di cui 9.183 donne. Tra le collettività più numerose, marcano questa caratteristica di genere femminile prevalente quella ucraina, dove le donne sono l’86,5% dei 2.304 connazionali residenti, e quella polacca che vede una percentuale di donne pari all’82,2% sul totale dei cittadini polacchi residenti (1.116). In totale dal continente europeo giungono in Sardegna 17.225 donne, delle quali 13.430 provengono dall’Europa comunitaria. La collettività cinese è composta in totale da 3.208 unità di cui 1.559, quasi la metà, sono donne. In costante aumento dal 2004, anno nel quale si registravano 984 cinesi residenti, questa comunità registra una frenata della crescita di presenze. Consistente è pure la collettività filippina, in continuo aumento negli ultimi dieci anni. I residenti originari di questo paese erano 483 nel 2004 e sono oggi 1.806, dei quali 1.032 donne. I residenti di nazionalità marocchina, invece, presentano una certa simmetria tra i generi: sono 4.390, di cui 1.878 donne. È assai nota la tendenza delle comunità cinese e marocchina ad insediarsi per nuclei familiari.

Il modello migratorio rappresentato dal maschio adulto è quello degli immigrati provenienti dal Senegal, paese dal quale sono giunti a ritmi pressochè costanti nel corso degli anni 4.211 immigrati (erano 3.799 i residenti nel 2014) di cui solo 691 donne. Analogo discorso per il Bangladesh, paese dal quale provengono 1.015 residenti (erano 858 nel 2014) dei quali solo 156 donne, e per il Pakistan che conta 1.121 residenti (879 lo scorso anno) di cui 228 donne.

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