La Nuova Sardegna

La 3A Arborea in vetrina a Parigi

di Simonetta Selloni

L’azienda casearia va alla conquista dei mercati esteri e punta sull’Oriente

21 ottobre 2016
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ARBOREA. Alla vetrina del Sial di Parigi, la terza grande fiera del Food europea (dopo Cibus di Parma e Anuga di Colonia), la 3A di Arborea non è una debuttante. Ma sulla piattaforma fieristica dove ormai si confrontano i massimi buyer internazionali (ieri era l’ultimo giorno) il Gigante bianco ha riconfermato la sua vocazione per la ricerca di mercati esteri dove sviluppare l’intera gamma dei suoi prodotti a marchio Latte Arbobrea, per il settore vaccino, e Fattorie Girau per l’ovicaprino. Sono Asia e il Medio Oriente le destinazioni strategiche da sviluppare nelle nuove politiche di marketing, come conferma Francesco Casula, direttore generale della 3A, a Parigi con l’export manager Chiara Zaccarini: «Se sul fronte interno, isolano, ma anche italiano e europeo, il mercato è per ora stabile, la prospettiva di sviluppo ci porta inevitabilmente verso il Continente asiatico e il Medio Oriente. Si tratta di aree caratterizzate da un consistente aumento della popolazione, miglioramento degli stili di vita, crescita dei consumi dei prodotti lattiero caseari». Tra i prodotti che hanno richiamato maggiore interesse, e sui quali si sono chiusi importanti contratti, ci sono il nuovo preparato per il gelato e il latte Uht. «Forte attenzione l'hanno riscossa, per il vaccino, anche la panna Uht, la linea degli yogurt e il Wey, la bevanda a base di siero di latte. Mentre per l'ovicaprino a marchio Fattorie Girau piacciono il latte, il burro di capra e in generale tutti i formaggi caprini», dice Casula.

Per ora, il peso dei mercati del Sud est asiatico (tra i quali Singapore, Corea del Sud, Cina) e Medio Oriente senza dimenticare Stati Uniti e Paesi dall'economia emergente come Georgia e Armenia, ha un’incidenza di poco più di 5 milioni di euro sul fatturato da 140 milioni (queste le proiezioni per il 2016) della 3A. Ma le prospettive di crescita sono in quella direzione. Le strategie per il futuro non possono prescindere da questo. «Gli importatori esteri sono sempre più alla ricerca di prodotti di alta qualità e quelli che al Sial hanno visitato il nostro stand hanno apprezzato la varietà della gamma 3A, che viene incontro alle esigenze alimentari di Paesi culturalmente diversi dal nostro. Oltre a Cina, Taiwan e altri dell'area del Sud est asiatico, abbiamo avuto interlocuzioni importanti con operatori di Arabia saudita, Qatar, Emirati arabi, Iraq e perfino Iran, un mercato sicuramente interessante dopo la recente fine dell'embargo commerciale», sottolineano Casula e Zaccarini. L’obiettivo dichiarato, aumentare la quota di export.

Ma Parigi non è stata a guardare. Anche il mercato francese mostra di apprezzare la produzione 3A, che al momento, in termini di export, vale un milione di euro. Da padrone, la fanno i formaggi pecorini.

Archiviata la parentesi transalpina, la 3A prepara i bagagli per la prossima trasferta. Destinazione, la Cina, con il China's Global Food & Hospitality, a Shanghai dal 7 al 9 novembre.

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