La Nuova Sardegna

Regione, ultimatum alle banche: dovete subito rinegoziare i mutui

Claudio Zoccheddu
Regione, ultimatum alle banche: dovete subito rinegoziare i mutui

L’assessore Paolo Maninchedda scrive una lettera al Banco di Sardegna e al gruppo Unipol. Il crollo dei tassi d’interesse nell'isola non ha prodotto variazioni nei prestiti contratti da 1620 famiglie sarde

16 ottobre 2016
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SASSARI Politica contro finanza. Un duello che si sta consumando davanti a una platea sterminata. Lo scontro, in realtà, dura da tempo ma ieri la Regione ha gonfiato il petto e ha indicato senza troppi fronzoli i responsabili di quello che è stato presentato come un vero affronto. Il braccio di ferro è nato dopo il crollo dei tassi d’interesse, una condizione che dovrebbe permettere la rinegoziazione dei mutui fondiari. Ma tra il dire il fare c’è di mezzo il guadagno e ottenere un tasso d’interesse più conveniente potrebbe essere un’esercizio complicato, perlomeno nel breve periodo. Se ne sono accorte 1620 famiglie che hanno chiesto la rinegoziazione o la surroga del muto, senza ottenere risposte.

La sfida. Ecco perché la Regione ha sferrato un attacco senza precedenti a due banche, quelle che secondo l’assessore regionale Paolo Maninchedda avrebbero opposto resistenza a una pratica che invece è stata accettata senza problemi da tutti gli altri istituti bancari. E per farlo ha scelto la formula della missiva in duplice copia, una inviata al Banco di Sardegna e l’altra al gruppo Unipol. L’elenco dei destinatari non è limitato ai due istituti di credito ma vi compare l’Abi, l’associazione bancaria italiana, e la Banca d’Italia, a cui i documenti potrebbero essere stati “girati” per conoscenza e ma anche per evitare che il discorso nascesse e morisse all’interno dei confini regionali.

I termini. L’attacco è frontale e nelle lettere non mancano riferimenti alle “banche ottuse” e “ai danni che stanno causando alle casse regionali”. Quando poi si entra nello specifico, i toni si accendono fino a superare il livello di guardia che regola le comunicazioni istituzionali. “Se le banche pensano di rinegoziare i mutui solo alla scadenza del periodo di abbattimento degli interessi da parte della Regione, io penso che questo arrechi un danno da cui la Regione deve difendersi in tutte le sedi e che compromette definitivamente i rapporti fiduciari” è l’incipit di una comunicazione che annuncia lo scontro totale.

La storia. Il 21 gennaio parte la prima lettera. La firma è sempre di Paolo Maninchedda e i destinatari sono gli istituti di credito che hanno erogato i mutui avallati dalla Regione. L’assessore considera l’abbattimento dei tassi d’interesse e propone la rinegoziazione di quelli che usufruiscono dell’agevolazione pubblica attraverso l’abbattimento del tasso d’interesse. Un risparmio per le famiglie ma anche per la Regione che, in questo modo, potrebbe accendere altri mutui. Dopo la prima mossa sono arrivate le richiesta di informazioni più dettagliate da parte delle banche, seguite dalla pubblicazione delle linee guida per ottenere la rinegoziazione e dalla distribuzione della modulistica per le richieste. Tra maggio e giugno, poi, dalla Regione sono partite le prime comunicazioni sulla resistenza di alcuni istituti bancari. L’Abi aveva risposto di aver preso contatti con le banche che “valutavano la questione con la massima attenzione, in uno spirito di collaborazione con verso le istituzioni regionali”. La Regione, quindi, aveva autorizzato le rinegoziazioni o la surroga di mutui. Un’autorizzazione che non ha avuto troppa fortuna.

I ritardi. Quando sembrava che si fosse trovata la quadratura del cerchio sono invece arrivati i problemi, elencati nell’ultima lettera firmata dall’assessore. Si tratta di “difficoltà operative riguardanti in particolare l’aggiornamento delle procedure informatiche al fine di gestire le rinegoziazioni ”. Una giustificazione che non ha convinto la Regione e che è stata segnalata agli stessi istituti bancari che ancora non hanno attivato le rinegoziazioni dei mutui. Banco di Sardegna e Unipol sono quelle ancora lontane mentre gli altri istituti bancari, seppure con qualche mese di ritardo, hanno iniziato le procedure seguendo le linee guida della Regione. Le due banche ribelli, invece “risultano particolarmente resistenti alle proposte dei clienti”. Per abbattere il muro di gomma la Regione ha richiesto un incontro per valutare volontà e impegno. Ma la pace rimane improbabile.

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