La Nuova Sardegna

Il Banco tende la mano al territorio

di Antonio Meloni
Il Banco tende la mano al territorio

La Cisl sarda lancia dieci proposte a favore del territorio. Arru: «Sempre più vicini agli interessi della Sardegna»

16 ottobre 2016
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SASSARI. Una banca dal volto umano, che sappia interpretare i bisogni del territorio e accompagnarlo fuori dal guado di una crisi strisciante. Un istituto fortemente radicato nella realtà in cui opera che possa guidare con decisione verso la tanto agognata ripresa. Questo è il Banco di Sardegna che i sardi desiderano, questo è il modello di banca che la Cisl auspica possa trovare spazio nell’isola in un momento travagliato. L'appello è stato lanciato ieri, a Sassari, in una gremita aula magna dell'Università, che ha visto attorno allo stesso tavolo i vertici della Cisl sarda e il gruppo dirigente dell'istituto di viale Umberto, per avviare una riflessione a più voci di fronte all'importante processo di ristrutturazione in atto nell'istituto di credito sardo.

Da una parte c'è l'esigenza del Banco di adeguarsi a un sistema creditizio che tende verso un modello europeo, dall'altra le comprensibili preoccupazioni del sindacato per le inevitabili ricadute che questa trasformazione avrà su un territorio in stato di grave sofferenza.

A delineare i contorni di un possibile scenario ha pensato Sergio Mura, segretario regionale della First Cisl, durante la relazione di apertura in cui, senza fronzoli, ha cercato di individuare la strategia per una partita che dovrà essere giocata con grande senso di responsabilità: «Siamo molto preoccupati - ha detto il sindacalista - per la contrazione dell'occupazione, per le sorti di un territorio bisognoso di credito e per lo sviluppo che rischia di non ripartire, a questa trasformazione guardiamo con attenzione e vigileremo tenendo conto del fatto che le operazioni analoghe varate dal Gruppo Bper nelle altre regioni non hanno avuto il nostro plauso, perciò chiediamo alla Regione che in questa partita faccia la sua parte per evitare che il Banco di Sardegna perda quel ruolo e quella funzione che hanno accompagnato l'Isola nei momenti storicamente importanti». A scanso di equivoci, la First Cisl ha redatto anche un documento, “Il Banco che vorrei”, in cui sono elencati i dieci punti sui quali dovrà essere incentrata la discussione nei prossimi mesi. Nella piattaforma si parla soprattutto di banca locale e dell'esigenza irrinunciabile di tornare al territorio.

A questo riguardo, Gavino Carta, segretario territoriale della Cisl, ha sollecitato il rilancio ricordando che la disoccupazione, nel Sassarese, è ormai schizzata al 25 per cento. Dal canto suo Ignazio Ganga, segretario regionale della Cisl con delega per il credito, ha ribadito che il Banco di Sardegna deve continuare a giocare quel ruolo che ha contribuito a fare grande l’isola: «Il Banco – ha rimarcato Ganga – può diventare il più grande incubatore d'impresa del territorio». Dai vertici del Banco di Sardegna, la risposta non si è fatta attendere, il presidente Antonello Arru, a margine dei lavori, ha riconosciuto che il sindacato sta facendo il proprio lavoro in modo egregio, ma ha anche garantito che «Tutte le scelte necessarie saranno fatte senza contrastare con gli interessi della Sardegna».

Per la Regione, chiamata in causa più volte durante la mattinata, ha risposto l'assessora Maria Grazia Piras, presente all'incontro: «È comprensibile - ha detto l'assessora regionale all'Industria - l'esigenza di adeguamento del Banco al sistema creditizio, ma tutto questo non può avvenire a scapito della banca e soprattutto del territorio, noi stiamo lavorando per la ripresa, ma il progetto di sviluppo deve essere condiviso». Ai lavori della tavola rotonda, coordinata dal giornalista Luca Telese, hanno partecipato, fra gli altri, il direttore generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese, il segretario nazionale della First Cisl, Giulio Romani e i rappresentanti di due startup, Antonio Solinas (Abinsula) e Marco Mannu (Pan & Sole).

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