La Nuova Sardegna

Ha fame: ruba le banane in Chiesa Il prete lo denuncia per furto

di Gian Mario Sias

A processo in tribunale a Sassari un indigente di 42 anni senza fissa dimora e senza un soldo Due anni fa si era intrufolato nella sacrestia e aveva mangiato anche del tonno e bevuto un po’ di vino

08 ottobre 2016
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ALGHERO. Non si fa. Non si entra in casa d’altri a rubare. E va bene. Ma se l’autore di questo reato contro il patrimonio è un uomo senza grandi disponibilità, senza una dimora fissa e senza il becco d’un quattrino, ci vorrebbe forse un po’ più di umana comprensione e di carità. A maggior ragione se la vittima – il derubato – è un prete. Invece non è andata così. Nessuna indulgenza. Roberto Pais, 42 anni, algherese nato a Karlsruhe (Germania) è sotto processo per un paio di banane, del tonno in scatola e del vino rosso. A portarlo in tribunale, e qui la vicenda già assurda assume contorni paradossali, è un sacerdote. Antonio Coppola da Sant’Antimo, in provincia di Napoli, 53 anni, parroco della chiesa di Santa Maria Goretti, in via Kennedy, l’ha denunciato per quel furto perpetrato nella stanza attigua alla sagrestia, che sfortunatamente per Pais era parte integrante dell’appartamento a disposizione del prete. Oggi l’episodio è stato rievocato di fronte al giudice Silvia Guareschi dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu, al quale – carte alla mano – non era rimasto altro che chiedere il rinvio a giudizio, e dal difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato algherese Danilo Mattana, che tra l’incredulo e l’indignato ha già annunciato di voler andare fino in fondo di questa storia davvero singolare. Una storia di cui rischia di rimanere vittima un uomo più sfortunato che cattivo, uno di quei “poveri cristi” ai quali a un certo punto ha iniziato ad andare tutto storto, ma che neanche in un soggiorno attaccato a una sagrestia ha trovato un po’ di compassione.

Il fatto risale alla mattina del 15 giugno 2014. Roberto Pais, in sella alla bici con cui si muove per Alghero, verso le 7 passava in via Kennedy. Da una finestra ha notato quel “ben di Dio”, quantificato nell’udienza di ieri in una decina di euro, e non ci ha pensato su troppo a lungo. Ha mollato la bici, ha scavalcato dalla finestra, si è intrufolato nell’appartamento e ha mangiato quel che ha trovato. Si è concesso anche qualche bicchiere di vino, vero, e prima di essere scoperto ha sottratto dalla tavola delle banane. Un paio, pare, tre al massimo. Ma don Coppola si è accorto del furto e l’ha denunciato. Mettendo nei guai quell’uomo che in fondo sperava che almeno all’interno di una chiesa il suo gesto “fuori legge” sarebbe stato compreso e perdonato. Ma soprattutto, costringendo la giustizia a fare il suo corso, a occuparsi di una questione di pochi euro per un episodio che si sarebbe potuto concludere con un invito a pranzo, un aiuto o un qualsiasi gesto di solidarietà. La prossima udienza è fissata per il 16 dicembre. Verrà ascoltato l’imputato e poi il caso sarà discusso dalle parti. Codice alla mano, per Roberto Pais il rischio che si arrivi a una sentenza di condanna è dietro l’angolo. Per aver rubato del tonno in scatola, delle banane e del vino in casa di un sacerdote, nel soggiorno attiguo alla sagrestia.

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