La Nuova Sardegna

Rifiuti, sindaci esasperati: differenziata da rivedere

Rifiuti, sindaci esasperati: differenziata da rivedere

Da San Teodoro a Castelsardo, i centri turistici bocciano il porta a porta “spinto” «Capiamo i Comuni che propongono soluzioni estreme come gogne o taglie»

03 ottobre 2016
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SASSARI. A Olbia la giunta Nizzi ha istituzionalizzato la gogna, a Sorso il sindaco pensa addirittura di mettere una taglia su chi si disfa dei sacchetti dell’immondizia in modo illecito, con tanto di sconto sulla Tari per il cittadino delatore. Misure estreme, al limite della civiltà, o forse anche oltre. Ma che in Sardegna esista un problema rifiuti è innegabile. L’entrata in vigore della raccolta differenziata, del porta a porta spinto ha creato enormi difficoltà soprattutto in quei centri che nei mesi estivi moltiplicano i loro abitanti.

San Teodoro. Ne è un esempio San Teodoro, 5mila residenti d’inverno, tra gli 80 e i 100mila in estate. «Io capisco la disperazione dei miei colleghi che arrivano a iniziative così estreme – dice il sindaco Domenico Mannironi –. Oggi la situazione è estremamente grave. Noi abbiamo raggiunto l’84 per cento di differenziata, ma è un sistema con troppe pecche, soprattutto per un centro turistico, tanto che noi stiamo pensando di introdurre un correttivo. Isole ecologiche molto leggere da distribuire nel territorio. Dobbiamo rendere comodo liberarsi dei rifiuti. Chi getta l’immondizia per strada in qualche modo ci vuole dire che il sistema così com’è non va». Ma Mannironi ne ha anche per la Provincia e l’Anas, colpevoli di non curare le strade extraurbane. «La pulizia è del tutto assente, le cunette della Olbia Nuoro le bonifichiamo noi».

Castelsardo. «Delle strade statali e provinciali se ne devono occupare i comuni – controbatte Franco Cuccureddu, sindaco di Castelsardo –. Se passa il meccanismo che l’Anas deve pulire si rischia di incentivare il fenomeno delle discariche abusive». Su tutto il resto Cuccureddu la pensa come Mannironi. «Castelsardo supera il 75 per cento di differenziata, ma il sistema è da rivedere. D’estate abbiamo a che fare con turisti che non sono abituati al porta a porta spinto e, spesso, vanno nelle spiagge alla ricerca di posti in cui buttare l’immondizia. Noi abbiamo incrementato i controlli, mettiamo multe da 250 euro, ma il fenomeno esiste e forse gli eccessi di alcuni miei collegi sono una soluzione estrema».

Posada. «Quella contro gli incivili è una lotta continua – conferma Roberto Tola, sindaco di Posada, differenziata al 90 per cento –. Noi abbiamo incrementato i controlli, piazziamo foto trappole nei posti più sensibili, ma poi bastano 10 sacchetti abbandonati per trasformare un’oasi come le nostre spiagge in una discarica. La gogna, la taglia sono proposte estreme, ma sono comprensibili, perché noi sindaci siamo impotenti».

Bosa. Alla gogna sui camion vela il sindaco di Bosa, Luigi Mastino, preferisce dei cartelli educativi. «Dobbiamo lavorare per sensibilizzare le nuove generazioni. Sono convinto che la collaborazione con le scuole possa essere la chiave di volta. E poi installare per le strade dei pannelli con i lavori dei ragazzi che spiegano alle famiglie l’importanza della differenziata». Rispetto agli altri comuni Bosa è un po’ indietro, intorno al 65 per cento, ma l’obiettivo a breve termine è il 75. «Abbiamo deciso di ampliare i tempi di apertura dell’isola ecologica, abbiamo installato 180 cestini per i piccoli rifiuti, ma continueremo a essere intolleranti verso chi non dimostra senso di responsabilità. La terra è di tutti». (al.pi.)

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