La Nuova Sardegna

Lo Stato spreme le Province sarde: 200 milioni in 3 anni

di Silvia Sanna
Il palazzo della Provincia di Sassari
Il palazzo della Provincia di Sassari

Il governo batte ancora cassa per il 2016 e nell’isola chiede 68 milioni a enti ormai quasi “fantasma”. Zero trasferimenti, via i tributi diretti. La protesta: «Roma prende i soldi ma lascia le funzioni»

28 settembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Da enti mangiasoldi a stampella per le casse dello Stato. Tagliate e beffate: è l’amarissima storia delle Province, bastonate dal referendum, ridimensionate dalla riforma degli Enti locali ma non ancora soppresse. Anzi, essenziali per garantire le stesse funzioni di sempre: la manutenzione delle strade provinciali e degli istituti scolastici, per tutelare l’ambiente e assicurare assistenza ai disabili. Continuano a farlo, tra mille difficoltà, con neppure un quarto delle risorse del passato. E con i pochi soldi rimasti alimentano il fondo di solidarietà nazionale, il tesoretto che lo Stato utilizza per fare fronte alle emergenze. Le cifre sono a moltissimi zeri, le province – già in agonia – sono a un passo dal default.

Lo Stato a due facce. Da una parte chiude i rubinetti e dall’altra prende. Dopo i 34 milioni e spiccioli già versati nel 2015, le province sarde nel 2016 dovranno girare allo Stato 68 milioni di euro: l’importo va diviso tra le quattro province storiche, commissariate ma ancora in vita perché istituite dalla legge Costituzionale. Sarà l’esito del referendum del 4 dicembre prossimo a stabilire se dovranno essere definitivamente soppresse oppure no. Nel frattempo vanno avanti con pochi mezzi e risorse sempre più risicate. Con l’incubo, ogni anno, di dover contribuire in misura sempre più ingente al fondo di solidarietà nazionale. Alimentando cioè le casse dello Stato che dal 2013, dopo riduzioni crescenti, ha azzerato i trasferimenti verso le Province. In Sardegna sono venuti a mancare, da tre anni a questa parte, circa 45 milioni di euro all’anno, essenziali per l’attività degli enti intermedi. Da quel momento le uniche entrate finanziarie per le Province provengono da due fonti: il Fondo unico regionale di circa 50 milioni di euro e i tributi locali, cioè l’addizionale Rc auto e l’Ipt, l’imposta provinciale di trascrizione, insieme a una quota proveniente dalla tariffa rifiuti.

Il conto da pagare. Tutto nasce con la manovra finanziaria del 2014, la legge 190 del 23 dicembre, entrata in vigore il 1 gennaio del 2015. Nella legge viene istituito il Fondo di solidarietà e si stabilisce quale deve essere il contributo degli enti locali, Comuni e Province. A livello nazionale è stato già fissata la cifra che sarà incassata nel 2017: 3 miliardi di euro. La Sardegna dovrebbe contribuire con 102milioni542mila euro. Forse, perché dipenderà dall’esito del referendum: se le Province, anche quelle storiche, saranno soppresse, il trasferimento di contributi non ci sarà. Ma lo Stato, nell’incertezza, ha preferito giocare d’anticipo.

Prelievo diretto. Lo Stato lo fa alla fonte, altrimenti non riceverebbe un euro. Nelle casse delle Province ci sono i soldi appena sufficienti per l’ordinaria amministrazione. Anzi spesso neppure quelli: per questo la manutenzione di strade e scuole è stata ridotta all’osso, esattamente come il numero di operatori utilizzati. Per essere sicuro di incassare quanto stabilito dalla legge, lo Stato mette le mani sui tributi diretti che spettano alle province. Rc auto e Ipt arrivano al Fondo nazionale direttamente dall’Agenzia delle entrate. Di fatto, considerato che gli importi – tributi locali e contributi allo Stato – più o meno si equivalgono, viene azzerata la seconda fonte di sostentamento per le Province, che restano in piedi soltanto grazie al Fondo unico regionale e a ulteriori contributi stanziati dalla Regione per obiettivi specifici.

La prossima scadenza. È vicinissima: entro il 10 ottobre le quattro province dovranno versare allo Stato circa 21 milioni di euro. Si tratta di una quota del contributo destinato a risanare le finanze pubbliche. L’Agenzia delle Entrate è già stata avvisata, le Province potranno solo guardare.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative