La Nuova Sardegna

Addio a Esmeralda, diede il nome alla Costa dell'Aga Khan

di Guido Piga
Esmeralda Mentasti, morta a 78 anni: diede il nome alla Costa dell'Aga Khan
Esmeralda Mentasti, morta a 78 anni: diede il nome alla Costa dell'Aga Khan

E’ morta a 78 anni la figlia di Mentasti. Ispirandosi a lei, l’architetto Vietti e il principe  battezzarono il Consorzio

27 settembre 2016
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PORTO CERVO. Ci andava quando ancora Porto Cervo veniva chiamato dai suoi vecchi proprietari, le famiglie Orecchioni di Liscia di Vacca, lu poltu mannu. Aveva smesso di frequentarlo quando lì, tutt’intorno, aveva preso il suo nome: Costa Smeralda.

Esmeralda Mentasti è morta alcuni giorni fa, a 78 anni. Che la vecchia Monti di Mola fosse stata chiamata come lei, Costa Smeralda, lo raccontò cinque anni fa: «L’idea fu di mio padre, Giuseppe Mentasti, noto Kerry. La propose all’architetto Gigi Vietti, dicendogli: “perché non la chiamiamo Costa Esmeralda? A Vietti piacque, solo con una correzione: “invece di Costa Esmeralda, che è troppo spagnoleggiante, chiamiamola Costa Smeralda”. Mio padre disse di sì. Vietti prospettò allora l’idea all’Aga Khan, e insomma, come tutti sanno, funzionò».

La Costa Smeralda, ufficialmente, nacque il 14 marzo del 1962, a Olbia, in corso Umberto, davanti al notaio Mario Altea di Tempio: quel giorno fu fondato il Consorzio, l’organismo chiamato a pianificare lo sviluppo turistico di 1800 ettari di terreni comprati dai vecchi proprietari, gli Orecchioni di Liscia di Vacca e Porto Cervo, gli Azara di Cala di Volpe, Capriccioli e Romazzino.

Il nome fu studiato fra l’estate del 1961 e i primi giorni del 1962, in mezzo a un anno di frenetiche compravendite messe a segno dall’Aga Khan e dai suoi soci. Si è sempre pensato che Costa Smeralda si riferisse ai colori del mare, o che fosse una risposta cromatica alla allora più famosa Costa Azzurra, un nome quest’ultimo inventato da un giornalista francese nel 1887.

Esmeralda Mentasti, che aveva custodito questo piccolo segreto e che lo avrebbe fatto se non fosse stata chiamata in causa, spiegò come andarono realmente le cose.

Suo padre, Kerry, proprietario delle acque San Pellegrino, andava a Porto Cervo fin dagli anni 50, con la sua barca, la Croce del Sud. Divenne amico degli Orecchioni, dai quali, nel 1959, comprò tutti i terreni di Porto Cervo. Mentasti era amico di Luigi Vietti, l’architetto padre della Costa Smeralda (Porto Cervo, l’hotel Cervo, l’hotel Pitrizza e decine di ville portano la sua firma). Anche Vietti aveva una barca, Tamory, chiamata così in omaggio alla moglie, Riccarda. Mentasti e Vietti passarono insieme l’estate del 1961, quando l’Aga Khan stava preparando l’investimento che poi, appunto, sarebbe stata chiamata Costa Smeralda. Serviva un nome per ribattezzare Monti di Mola, e più ancora l’Unfarru, l’area alle spalle di Porto Cervo che arriva alla collina di Pantogia. Fu trovato pensando ad Esmeralda, che amava le immersioni, a lu poltu mannu. «Di quell’estate - disse - ricordo che, quando entrammo a Porto Cervo, sulla sinistra, dove ora c’è il molo vecchio, c’erano delle mucche sdraiate al sole. Quell’immagine mi è rimasta sempre dentro». Come per sempre, alla Costa, resterà il suo nome.

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