La Nuova Sardegna

Biglietti del bus più cari, è rivolta contro la Regione

di Alessandro Pirina
La fermata Arst di via Padre Ziranu a Sassari (foto Mauro Chessa)
La fermata Arst di via Padre Ziranu a Sassari (foto Mauro Chessa)

L’incremento delle tariffe degli autobus penalizza studenti e pensionati. Eliminati i carnet senza limiti di tempo e gli sconti per le fasce più deboli

24 settembre 2016
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SASSAR.I Una rivoluzione che sa di beffa. L’incremento delle tariffe dei bus va a colpire le tasche di studenti e pensionati. Aumenti quasi a doppia cifra che in queste prime settimane hanno fatto scattare l’ira di chi si serve ogni giorno dei mezzi pubblici. Da quando l’Arst ha annunciato la rivoluzione di settembre unioni di studenti universitari, sindacati e movimenti politici hanno chiesto alla Regione di fare marcia indietro. Il forte rincaro delle tariffe, senza un contestuale miglioramento del servizio, doveva essere rimandato a data da destinarsi. Ma ormai era troppo tardi. La delibera della Regione aveva fissato al 1 settembre 2016 la data di inizio della rivoluzione con la rimodulazione di biglietti e tariffe che porteranno al varo del biglietto unico, valido per autobus urbani, extraurbani, treni e metropolitane di superficie.

Studenti fuori sede. «È una nuova stangata», la hanno ribattezzata subito le associazioni degli studenti. I pendolari infatti sono quelli che più di tutti sono penalizzati dagli aumenti. La scomparsa dei carnet senza limiti di tempo, sostituiti da biglietti a scadenza mensile o annuale, costringerà gli studenti fuori sede a sborsare cifre molto più alte per potersi spostare dalla propria città alla sede della scuola o università. Addio ai carnet. Fino all’anno scorso, infatti, l’Arst metteva a disposizione carnet da 44 o 52 corse per gli studenti delle scuole superiori e da 52 o 104 per gli universitari. Il tutto con uno sconto del 55 per cento per chi aveva un reddito al di sotto della soglia Isee e del 42 per chi quella soglia la superava. La riforma dell’Arst ha cancellato carnet e tariffe scontate. Una doppia beffa. Perché ora gli studenti - non più distinti tra scolastici e universitari - devono sottostare a tariffe più alte e abbonamenti a termine.

Tariffe più alte. Le tariffe sono tutte aumentate. Dal biglietto singolo fino all’abbonamento annuale. Muoversi in città per esempio costa 1,3 euro, dieci centesimi in più. Ma fino al 31 agosto c’era la possibilità di comprare un ticket di andata e ritorno al costo di 2 euro. Oggi non si può più fare: l’utente è costretto a scegliere tra due biglietti a 2,6 euro o a un giornaliero - che consente più corse - a 3,3 euro. Tariffe che crescono proporzionalmente alla fascia chilometrica interessata. L’incremento più alto si ha tra i 15 e i 25 chilometri, con aumenti che vanno a pesare sulle tasche degli studenti fino a 8,5 euro al mese.

Abbonamenti a termine. Il tutto per la scelta di fissare una scadenza all’abbonamento. Con il carnet, infatti, lo studente - discorso che vale anche per l’over 65 - non aveva limiti di tempo e poteva fare le corse previste durante tutto l’anno. Il mensile, lo dice la parola lo stesso, lo costringe ora a usarlo nell’arco dei 30 giorni. Uno studente di Olbia o di Nuoro con il reddito sotto la soglia Isse che frequenta l’università di Sassari spendeva fino al 31 agosto 164 euro per 52 corse o 328 per 104 da spalmare nel corso dell’anno. Oggi non ha scelta e devono sborsare 186 euro per una abbonamento che vale 30 giorni. Oppure firmare un assegno da 1802 euro per quello annuale. Cifre identiche a quelle che deve sborsare chi ha compiuto 65 anni.

Fasce chilometriche. Ma la rivoluzione ha toccato anche le fasce chilometriche, che prima fino ai 25 chilometri erano suddivise in tranche da 5, mentre oggi si espandono tutte su 10 chilometri. E così il tragitto da Sassari a Ozieri, 50 chilometri esatti, ha lo stesso costo di quello per Oschiri, che sfiora i 60 chilometri di distanza.

Sindacati all’attacco. Contro il caro tariffe dell’Arst si è subito schierata la Filt Cgil. «Io non dico no a prescindere all’aumento del costo dei biglietti – sostiene il segretario regionale Arnaldo Boeddu –, ma è inaccettabile che a questo non segua un miglioramento dei servizi. Mi chiedo per quale motivo uno studente o un utente debba pagare molto di più quando il parco mezzi è vecchio, non funziona aria condizionata e riscaldamento. Una cosa che non ha ragione di esistere».

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