La Nuova Sardegna

Uccise il cognato poliziotto: dieci anni

Uccise il cognato poliziotto: dieci anni

Parzialmente incapace di intendere e di volere il pensionato accusato dell’omicidio di Soleminis

22 settembre 2016
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CAGLIARI. Non era nel pieno delle sue facoltà mentali Giampriamo Piras (59 anni), pensionato delle Ferrovie, quando ha ucciso a Soleminis con un colpo di fucile il cognato poliziotto Maurilio Vargiu (51 anni) che cercava di impedirgli di uccidersi. Sono state le perizie medico legali a stabilirlo e per questo il giudice Giuseppe Pintori gli ha inflitto dieci anni di carcere a conclusione del giudizio abbreviato malgrado la pesante e sicura responsabilità dell’omicidio. Il pm Daniele Caria aveva chiesto due anni in più, il difensore Nicola Floris ha puntato tutte le sue carte sulle condizioni mentali dell’imputato, afflitto da un grave stato depressivo legato alla perdita della madre. Su come siano andate le cose non ci sono mai stati dubbi: erano le 6.30 dello scorso 20 febbraio quando Vargiu, in preda a una delle sue crisi depressive annuncia alla moglie Annamaria l’intenzione di farla finita e prova a spararsi un colpo di fucile, ferendosi a un fianco. La donna, disperata, prende la decisione più logica: chiama il fratello, uno stimatissimo ispettore di polizia. Maurilio Vargiu non perde tempo, si precipita a casa della sorella. Si trova di fronte il cognato, accenna un tentativo di dissuaderlo ma il pensionato è fuori di sè, balbetta qualcosa poi punta il fucile verso il poliziotto e preme il grilletto. E’ un attimo di follia, ma tanto basta a provocare la tragedia: Vargiu viene centrato in pieno petto dalla rosa di proiettili e crolla al suolo. Quando i carabinieri della compagnia di Dolianova arrivano all’abitazione di Funtana e’Sussu non resta che constatare la morte del poliziotto, mentre Giamprimo Piras, sanguinante e semi incosciente, viene trasportato in ambulanza all’ospedale Brotzu. Guarirà dalla ferita, ma non dal dolore per quello che ha fatto.

L’inchiesta è rapida, attraverso la testimonianza della moglie i militari dell’Arma ricostruiscono quant’era accaduto nelle ore precedenti l’omicidio. Durante la notte il pensionato era rimasto sveglio e si era rivolto alla moglie, manifestando con evidente determinazione l’idea di uccidersi. Non reggeva al dolore per la scomparsa della madre Giovanna Demara, che amava moltissimo. Troppo dura andare avanti, quel vuoto gli aveva consumato ogni energia vitale. La donna ha cercato di calmarlo, finchè all’alba Giampriamo Piras ha provato a realizzare il progetto sparandosi un colpo a un fianco. Il seguito è scritto negli atti di un’inchiesta conclusa nel giro di pochi giorni e nel processo, durato il tempo di stabilire le condizioni di salute dell’imputato al momento dei fatti e la pena conseguente: dieci anni di carcere per omicidio volontario.

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