La Nuova Sardegna

Briatore: «Il turismo non decolla i sardi vogliono fare i pastori»

Briatore: «Il turismo non decolla i sardi vogliono fare i pastori»

Mister Billionaire in un convegno in Puglia critica in modo netto il sistema di accoglienza nell’isola: «I trasporti costano troppo, ci sono i monopoli e gli amministratori non hanno competenze»

21 settembre 2016
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SASSARI. Smontato il presepe Billionario sulla collina di Pantogia Flavio Briatore inizia il suo lavoro invernale: il polemista. Il manager che dal rombo dei motori della Formula 1 è passato al tintinnio dei bicchieri di champagne della sua discoteca di Porto Cervo dispensa perle di saggezza. Che non sempre raccolgono il consenso sperato. L’ultima rasoiata di mister Billionaire è una frustata nei confronti dei sardi. L’esternazione la fa in un convegno sul turismo in Puglia. «La Sardegna ha posti straordinari. Il problema è che i sardi vogliono fare i pastori e che il turismo non sanno cosa è».

Briatorepensiero. Fuori dal contesto la frase ha l’effetto di scatenare la rivolta. Ma nel resto del suo discorso Briatore chiarisce meglio il suo concetto. «I sardi hanno un'isola e non lo sanno – accusa –, pensano che la gente arrivi per caso. I turisti arrivano via mare o via aerea. Sono due monopoli, per cui fanno i prezzi (che vogliono). Se tu vai da Barcellona a Maiorca, quattro persone sul traghetto spendono 600 euro. Da Genova ad Alghero ne spendono 1600». Un mix in cui Briatore condensa la mancanza di programmazione turistica, il caro trasporti e il gap di una stagione lampo. Colpa anche delle tante attività commerciali che aprono solo per tre mesi all’anno. Quelli estivi.

Poi l’ultima carezza. «L’80 per cento degli amministratori – aggiunge ancora Briatore – non ha mai preso un aereo. Come si fa a parlare di turismo senza averlo mai visto?».

Ma non ci sono solo i sardi nel mirino. Briatore chiude la sua visita in Puglia con un delicatissimo apprezzamento sul turismo locale. «I vostri alberghetti non servono. Non bastano prati, né musei. Il turismo di cultura prende una fascia bassa di ospiti. Mentre il turismo degli yacht è quello che porta i soldi, perché una barca da 70 metri può spendere fino a 25mila euro al giorno». Chissà quanta gioia tra gli esperti del turismo pugliese.

Spaccatutto. Tante le critiche di chi ha visto il filmato in cui Briatore esterna il suo pensiero sui sardi e la loro abilità, scarsa a suo dire, di fare turismo. Ma il manager riesce come altre volte ad aprire un dibattito. Sostenitori e detrattori si dividono quasi a metà. Nessuno gradisce troppo la frase sui sardi capaci solo di fare i pastori, considerato uno stereotipo un po’ stucchevole e superficiale. Ma in molti concordano con il Flavio nazionale quando punta il dito contro il caro trasporti come il principale ostacolo allo sviluppo del turismo dell’isola. E raccoglie applausi anche quando parla di monopolio per aerei e soprattutto traghetti.

Hater&Lover. La scazzottata diventa virtuale. Supporter e detrattori di Briatore si incontrano nella piazza cibernetica di Facebook. E commento dopo commento si schierano pro o contro il manager piemontese che da anni in estate accende le insegne scintillanti del Billionaire, uno dei locali più noti della Costa Smeralda.

E i giudizi sul web sulle parole di Briatore si riflettono anche sui due tipi psicologici. Chi è portato all’autocritica concorda con Briatore. Ma ci sono anche quelli che contestano il manager di Cuneo. E ne bocciano in modo netto la forma e il contenuto con cui ha espresso le sue idee.

Molti considerano le sue critiche come uno stimolo per migliorare il sistema dell’accoglienza. E come una sorta di denuncia delle carenze storiche dell’industria turistica. Tanti altri se la prendono co Briatore che cavalca lo stereotipo del sardo-pastore. C’è chi rivendica l’orgoglio dell’attività dell’allevatore, e chi ricorda come l’industria agropastorale sia l’unica che non sembra essere colpita dalla crisi.

Facile anche la contrapposizione tra la durezza del lavoro delle campagne e la mollezza della comodità di una vita a 5 stelle. (l.roj)

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