La Nuova Sardegna

Vertenza Nuova Sardegna, comunicati del coordinamento dei Cdr e dei poligrafici e solidarietà di Ganau

Vertenza Nuova Sardegna, comunicati del coordinamento dei Cdr e dei poligrafici e solidarietà di Ganau

Continuano gli inteventi sull'ipotesi di cessione o di affitto della testata

18 settembre 2016
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Il documento del coordinamento dei Cdr

Il Coordinamento dei Cdr del gruppo Finegil, a seguito dello stato di agitazione proclamato mercoledì 14 settembre dopo l’annuncio della cessione dei quotidiani “Il Centro” e “La Città di Salerno” e dei “ragionamenti” in corso sull’eventuale cessione o l’affitto di Nuova Sardegna, Trentino e Alto Adige, sentite le assemblee, ha deciso di avviare una serie di iniziative a sostegno della vertenza.

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Per questo, a partire da lunedì 19 settembre 2016, sarà attuato il blocco degli inserti e lo stop alle dirette Facebook e alle dirette multimediali di calcio Goalshouter. Con articolazioni diverse per ciascuna redazione, è previsto il blocco della foliazione e il rigoroso rispetto degli orari di lavoro, in particolare nei turni delle redazioni web. Le assemblee hanno affidato inoltre al Coordinamento un pacchetto di cinque giorni di sciopero. Il Coordinamento ribadisce la necessità di avere chiarimenti sulle prospettive dei quotidiani Finegil alla luce del progetto di fusione L’Espresso-Itedi, oltre che sul piano industriale, e indispensabili garanzie sul futuro dei colleghi dei giornali oggetto di cessione o di trattative. Torna a chiedere all’azienda l’impegno a esplorare e a percorrere tutte le possibilità alternative per restare nel limite del 20% di copie diffuse fissato dalla legge 416 del 1981 per non lasciare del tutto nessun giornale del gruppo e ribadisce la propria contrarietà a cessioni.

Il comunicato dei poligrafici

I poligrafici della Finegil Divisione Nuova Sardegna, presenti su invito del Cdr all'assemblea dei giornalisti, e avendo appreso solo in quella circostanza le comunicazioni dei vertici aziendali sulle intenzioni di vendita, o affitto della testata, a seguito della fusione col gruppo editoriale Itedi (La Stampa e Il Secolo XIX), esprimono il loro rammarico per la totale mancanza di informazione in tal senso. Una scorrettezza ancor più palese, visto che da diverso tempo si rincorrevano voci di cessione, puntualmente smentite dall'Azienda, che ora invece si concretizzano, purtroppo, più che veritiere, e di fatto inopportune, considerando quanto La Nuova abbia contribuito per decenni allo sviluppo del Gruppo Editoriale L'Espresso, divenendone uno dei fiori all'occhiello, sempre in attivo, anche nei periodi più cupi per l'editoria. Noi crediamo fermamente di aver sempre cooperato con responsabilità a tutte le soluzioni, per perseguire un risparmio economico tale da poterci garantire un futuro lavorativo solido, sottoscrivendo per diversi anni un contratto di solidarietà che penalizza il nostro salario, ma nel contempo permette all'Azienda di ridurre notevolmente il costo del lavoro, rendendo a nostro parere ancor più incomprensibile una scelta così drastica. Inoltre, rimarchiamo con grande disappunto che, in un frangente tanto delicato, sono venuti meno sia il confronto sindacale che la condivisione di questo progetto, creando così, come non mai, incertezza e apprensione tra i lavoratori circa il mantenimento dei posti di lavoro.

Di conseguenza, nel manifestare con forza assoluta contrarietà riguardo la vendita/affitto del nostro giornale, e in attesa di un tavolo di confronto con l'Azienda, che riteniamo dovrà essere lo stesso che coinvolgerà i colleghi giornalisti, la nostra assemblea ha affidato alla Rsu un pacchetto di sette giorni di sciopero. Nell'immediato, proclamiamo da oggi lo stato di agitazione, per cui ci asterremo da ogni prestazione che oltrepassi l'orario di lavoro definito dagli accordi di solidarietà.

Ganau: Regione preoccupata

«Preoccupazione e massima attenzione sulla possibile cessione da parte del Gruppo editoriale l’Espresso de La Nuova Sardegna». Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau interviene in merito alla possibile vendita o affitto della testata regionale, confermata nei giorni scorsi dai vertici del Gruppo. «Lo dissi a luglio nel corso di un confronto con i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti e dell’Assostampa non è compito della politica entrare nel merito di scelte imprenditoriali, ma credo che le istituzioni abbiamo il compito di vigilare e provare a garantire il massimo del pluralismo e dell’autonomia. I progetti di ristrutturazione aziendale, seppur necessari per rispettare le quote del 20% delle tirature dei quotidiani devono tener conto da una parte del radicamento nell’isola di uno dei principali quotidiani che hanno fatto la storia dell’editoria sarda, e dall’altra della specificità del nostro territorio, dove i temi dell’identità e dell’autonomia caratterizzano da sempre la storia di un popolo. Chi ha il compito di scegliere il futuro della Nuova Sardegna, non può prescindere da questi aspetti. Ai giornalisti, tecnici e collaboratori del quotidiano esprimo solidarietà, a nome di tutto il Consiglio regionale, garantendo il massimo sostegno nel rispetto dei ruoli e delle competenze di ciascuno, e condividendo il diritto legittimo, manifestato con la proclamazione dello stato di agitazione, di essere informati sui passaggi di questa delicata transizione».

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