La Nuova Sardegna

Missione di Lotti a Sassari: vuole mettere pace nel Pd

L’uomo forte di Renzi proverà a trovare un accordo sull’elezione del segretario Lunedì l’assemblea: è l’ultima possibilità o il partito sarà commissariato da Roma

16 settembre 2016
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CAGLIARI. Lunedì è l’ultima occasione, altrimenti ci penserà Roma. Il Pd ha solo tre giorni di tempo, oggi, domani e domenica, per trovare l’accordo fra le correnti sul segretario. Non c’è riuscito in cinque mesi, proverà a farlo in queste ore. Con l’aiuto anche di uno degli uomini forti del Pd nazionale: Luca Lotti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e primo consigliere del premier Matteo Renzi oggi è a Sassari. «Avvierà una mattinata di ascolto», a chiamarla così è stato il suo entourage, e cercherà di capire se è possibile smussare le ragioni finora contrapposte delle correnti in guerra da maggio subito dopo le dimissioni di Renato Soru.

Il paciere. Sono consultazioni informali, s’è affrettato a dire chi ha organizzato gli appuntamenti nella sede del Pd sassarese, in via Mazzini. Lotti non si presenterà con in tasca un ultimatum firmato dalla segreteria nazionale, ma di certo farà capire che lo stallo in Sardegna preoccupa e non poco la direzione del partito. Vorrebbe essere, Lotti, il paciere dell’ultim’ora. Soprattutto in vista della campagna referendaria, è già cominciata, ma anche della possibilità che il Pd debba sedersi presto intorno al tavolo con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per decidere tempi e modi dell’ormai sicuro rimpasto in Giunta. Due scadenze importanti e decisive in cui – sarebbe questo il messaggio rilanciato da Lotti – «il Pd non può continuare a presentarsi dappertutto con una delegazione fin troppo numerosa in cui ognuno parla più per sè che a nome del partito».

Chi ci sarà. L’agenda sassarese di Luca Lotti è abbastanza aperta: non ci sono appuntamenti fissi. Si sa però, come annunciato dal consigliere regionale Gavino Manca, il renziano doc in Sardegna, che i portavoce delle varie correnti avrebbero risposto alla chiamata del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Cosa voglia dire in concreto la «mattinata d’ascolto» è un mistero. Se questa interpretazione è giusta, la sostanza dovrebbe essere: «Troviamo insieme un traghettatore fino al congresso straordinario regionale del prossimo anno ed evitate di essere commissariati».

Candidati in ballo. Per la verità la minoranza del Pd – renziani ed ex Diesse – un nome l’aveva anche trovato: il consigliere regionale Piero Comandini. Ma l’invocata unità non è stata trovata e solo i soriani hanno detto: «Siamo pronti a votarlo». A dire no sono stati i popolari-riformisti dell’area guidata dagli ex parlamentari Paolo Fadda e Antonello Cabras, che per non opporsi pretendevano prima l’azzeramento di tutti gli incarichi ma non l’hanno ottenuto.

Addii e ritorni. Preso atto delle troppe difficoltà lo stesso Comandini avrebbe deciso di fare un passo indietro e starebbe per ritirarsi dalla corsa. Ma oggi il compito del sottosegretario Lotti potrebbe essere questo: convincere i popolari-riformisti ad accettare Comandini in cambio del rimescolamento immediato delle cariche interne e della data certa del congresso straordinario. Oppure Lotti potrebbe impegnarsi a cercare un’alternativa al consigliere-segretario bocciato. In questo caso, il nome di ritorno sarebbe quello della presidente regionale del partito, Giannarita Mele, indicata a suo tempo proprio dalla minoranza sconfitta dall’ex trio Soru-Fadda-Cabras. La scelta di consegnare l’incarico nelle mani del garante Mele sarebbe ben vista dai popolari-riformisti, mentre le altre correnti devono ancora pronunciarsi.

Lunedì di fuoco. Fra tre giorni, a Tramatza, i Dem dovranno decidere ma il clima potrebbe essere ancora abbastanza acceso. A meno che all’assemblea generale, come annunciato da più parti, non partecipi il vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini, responsabile dell’organizzazione interna, che verrebbe in missione, lui si, con un mandato secco: fate la pace». (ua)

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