La Nuova Sardegna

Pd, ultimatum da Roma per il segretario

Se lunedì l’assemblea non eleggerà il successore di Renato Soru è scontato l’arrivo del commissario

13 settembre 2016
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CAGLIARI. Se lunedì prossimo il Pd non riuscirà a eleggere un nuovo segretario, sarà commissariato da Roma. Pare che l’ultimatum sia arrivato da via del Nazareno e in particolare dal vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, responsabile dell’organizzazione interna. Il segnale di pericolo ha riacceso il confronto fra le quattro correnti isolane: i popolari-riformisti del gruppo Cabras-Fadda, l’ex minoranza di cui fanno parte renziani ed ex Diesse, i soriani e la componente de «La Traversata», o ex civatiani. In questo ultimo fine settimana e anche ieri ciascuna corrente ha organizzato un bel po’ di riunioni per trovare il successore del dimissionario Renato Soru. Dopo che l’assemblea di agosto è andata a vuoto e quella all’inizio di settembre non è stata neanche convocata, i tempi sono ancora più stretti. Il Pd nazionale ha fatto capire che la prossima campagna referendaria andrà comunque gestita e quindi il partito a ottobre o novembre dovrà avere per forza una guida. In più ci sono i problemi regionali, con il Pd che continua a presentarsi a diversi vertici di maggioranza, sono ormai uno alla settimana, con una delegazione composta da un portavoce per corrente, esclusi gli ex civatiani. La presenza del triumvirato comincerebbe a essere un problema per gli alleati e forse lo è anche per il presidente della Regione. L’unica candidatura ancora in piedi per la segreteria resta quella del consigliere regionale Piero Comandini. Proposta dalla minoranza, ha trovato il via libera dei soriani, ma non quello del gruppo dei popolari-riformisti. Pare ci sia ancora un tentativo di confermare il nome di Comandini lunedì prossimo, a Tramatza nel pomeriggio, ma le sue quotazioni sarebbero in discesa e anche chi l’ha sostenuto finora comincerebbe ad avanzare qualche perplessità. C’è chi ha messo sul tavolo anche la possibilità di affidare subito a un giovane il traghettamento fino al congresso straordinario del prossimo anno. Ipotesi nata all’indomani dell’iniziativa del gruppo «Agorà, energie democratiche», formato soprattutto da trentenni e quarantenni, che sabato scorso ha alzato la voce. Ma da quell’assemblea non è uscito un nome. Anzi, la generazione che scalpita ha chiesto subito un congresso straordinario, perché «non vuole regali ma essere riconosciuta sul campo». Così a sei giorni dalla prossima assemblea, il Pd continua a navigare a vista e l’accordo per un segretario eletto all’unanimità appare impossibile. Sempre che a metà di questa settimana non accada un vero miracolo, l’arrivo del commissario nominato da Roma appare davvero molto probabile. (ua)

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