La Nuova Sardegna

Alcoa a Roma, Ila in mobilitazione

di Tamara Peddis
Alcoa a Roma, Ila in mobilitazione

Protestano gli operai di Portovesme. Oggi al ministero la risposta di Glencore

13 settembre 2016
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PORTOVESME. Oltre centocinquanta operai ex Alcoa questa mattina saranno a Roma per manifestare davanti al ministero dello Sviluppo economico in vista dell'incontro tra sindacati, Regione e il ministro Calenda. Il rappresentante del Governo comunicherà alle organizzazioni sindacali se la Glencore abbia deciso di acquisire lo stabilimento di Portovesme oppure lasci spazio ad altri acquirenti.

Con gli operai, questa mattina a Roma ci saranno anche i sindaci del Sulcis Iglesiente, i consiglieri regionali e i parlamentari sardi. Con la vertenza Alcoa c'è in gioco l'economia della ex provincia Carbonia Iglesias che, nel 2009, era risultata la provincia più povera d' Italia. Dopo sette anni la situazione econonica non è migliorata. Il settore dell'industria ha perso parti importanti: l'Eurallumina in quello stesso anno aveva fermato gli impianti, mentre l'Alcoa ha spento le ultime celle elettrolitiche nel novembre 2012, per poi annunciare la chiusura due anni dopo. Le battaglie sindacali e degli operai hanno sollecitato la politica per non chiudere le produzioni. E oggi a Roma si capirà quali speranze ci sono per riavviare l'ex Alcoa che lo scorso agosto ha annunciato di smantellare gli impianti per mancanza di società interessate a rilevare l'industria di alluminio primario. Oggi alle 12 al tavolo ministeriale si capirà che soluzioni attuare per salvare i lavoratori, oltre settecento tra diretti e indiretti.

Vertenza ex Ila. Ottanta operai tra i 45 e i 60 anni, senza assegno di mobilità, illusi per anni di poter continuare a lavorare nello stabilimento che fino al 2006 produceva laminati in alluminio. È questa l'eredità della ex Ila, la fabbrica di Portovesme con una storia travagliata alle spalle. L'ultima l'hanno ricordata ieri mattina gli operai riuniti in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento: l'acquisto all'asta della fabbrica da parte dell'imprenditore iglesiente Antonio Deriu nel giugno del 2012 per la produzione di manufatti in alluminio e maxi yacht. Un progetto di rilancio per cui la ex Ila passava alla Portal di Dieru. Un passaggio nel quale la Regione Sardegna ha svolto un ruolo di garante istituzionale con l'auspicio che si potessero ottenere risultati positivi sia in termini occupazionali che produttivi. «Nulla è successo, nessun posto di lavoro, nessuna produzione ed è come se la fabbrica non ci fosse più perché l'imprenditore ha venduto i macchinari che noi per anni abbiamo usato per lavorare l'alluminio», hanno esclamato con rabbia i lavoratori che da ieri hanno ripreso la mobilitazione per chiedere alla classe politica una ricollocazione. La maggior parte degli operai hanno perso l'assegno di mobilità. Molti sono prossimi alla pensione, ma non sanno se mai qual giorno arriverà. L'obiettivo dei lavoratori sostenuti ieri dalle segreterie sindacali è quello di lavorare in alcuni progetti come il dragaggio del porto di Portovesme per il quale sono stati stanziati 15 milioni di euro o ipotizzare la ricollocazione degli operai nel progetto della metanizzazione.

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