La Nuova Sardegna

Caos sulle nomine Asl, tutto rimandato a lunedì

di Luca Rojch
Caos sulle nomine Asl, tutto rimandato a lunedì

Un giorno di trattative tra i partiti e il governatore Francesco Pigliaru. Contestato il metodo di scelta dei nomi. Sotto accusa finisce l’assessore Arru

02 settembre 2016
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CAGLIARI. Una notte con la testa nel congelatore per cercare di uscire vivi dalla battaglia di fuoco sulle nomine dei manager Asl.

Riunioni infinite, delegazioni trattanti, ambasciatori. La liturgia del rammendo politico alla sua massima espressione. Dopo l’ammutinamento di sette assessori sulla nomina del manager che ha portato a un passo dal tracollo i partiti hanno incontrato il governatore Francesco Pigliaru. Una doppia riunione che ha portato ad alcuni punti fermi.

In pillole. Nessuna scelta a caldo. Tutto fermo fino a lunedì, con un weekend indispensabile per metabolizzare lo scontro. Ci si rivedrà il pomeriggio. E per ora nessun nome nuovo, ma una certezza c’è Francesco Zavattaro, non ha più chance.

Gli sconfitti. A uscire a pezzi dal vertice sono Zavattaro, bocciato da tutti i partiti, più che per la sua vicinanza politica al centrodestra, per il suo curriculum con più di qualche neo. Ma anche le quotazioni dell’assessore alla Sanità Luigi Arru precipitano. Colpevole di avere indicato al presidente, almeno secondo la vulgata ufficiale, i nomi della discordia.

Discorso sul metodo. Il dubbio è il fondamento della critica mossa al governatore dai partiti. C’è una lista di 105 manager da cui attingere il nome del futuro numero uno della Asl Unica, l’uomo che dovrà gestire un bilancio da 3,2 miliardi di euro. E i partiti contestano proprio la scelta di restringere la rosa a pochi nomi senza coinvolgere nessuno. Da qui gli attriti che sono sfociati in un braccio di ferro che ha avuto il suo momento topico nel rifiuto di sette assessori su undici di votare la delibera con la nomina dei manager Asl.

Alla ricerca della pace. Per tutto il giorno sono andate avanti le grandi manovre alla ricerca della pace. Di mattina un primo vertice con le delegazioni dei partiti composte dai consiglieri regionali. Per il Pd Roberto Deriu, Pietro Cocco e Gavino Manca. Ma al vertice erano presenti i rappresentanti di tutti i partiti della maggioranza. Nel pomeriggio nuovo vertice di maggioranza, ma con delegazioni differenti, rimpolpate da segretari e parlamentari. Per il Pd Silvio Lai, per Sel Luciano Uras, per il Centro Demcratico Roberto Capelli e Nicola Selloni, per il Partito dei Sardi Franciscu Sedda e Gianfranco Congiu, per l’Upc Giorgio Fresu e Pierfranco Zanchetta. A chiudere anche Rossomori e Socialisti.

Dall’altra parte del tavolo Pigliaru. Un confronto iniziato in modo acceso. Parole di fuoco tra il governatore e Sel, ma anche con il Cd. Poi un clima più sereno. I partiti hanno messo in evidenza come loro non vogliano imporre nomi, ma un metodo di lavoro. La contestazione maggiore sembra essere sul criterio seguito. Ma anche sul nome scelto. In molti hanno avanzato dubbi su Zavattaro. E lo stesso Pigliaru sembrava non essere del tutto a conoscenza delle dinamiche che hanno portato alla scelta dei nomi da lui proposti alla giunta. Il governatore ha ammesso che è necessario un ulteriore approfondimento. L’accusa dei partiti era rivolta in modo particolare all’assessorato alla Sanità. Da qui la scelta di rimandare a lunedì il nuovo incontro.

Al di là delle nomine. Ma nel vertice si è andati anche oltre le nomine dell’Asl. Lo scoglio sembra essere superabile con la mediazione, il pane della politica. Ma i partiti della maggioranza hanno chiesto una verifica sul programma. Pigliaru ha rilanciato. Ha chiesto una discussione per fissare insieme l’agenda delle priorità per i prossimi 30 mesi di governo. Sembra quasi scontato che a settembre si ritornerà a pronunciare la parola sempre meno tabu. Rimpasto.

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