La Nuova Sardegna

Al via la vendemmia: sarà un anno d’oro per il vino sardo

di Claudio Zoccheddu
Al via la vendemmia: sarà un anno d’oro per il vino sardo

Il parere degli esperti: «Estate perfetta per la maturazione» Nelle vigne anche la tecnologia con sonde e microchip

31 agosto 2016
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Caldo, ma non troppo. Pioggia, il tanto giusto. Il mix è perfetto per dire che quella in arrivo sarà un’ottima annata per il vino sardo, e soprattutto per quello ricavato dai vigneti del nord Sardegna.

La conferma arriva dagli addetti ai lavori che hanno appena iniziato la vendemmia. Pochi giorni di fatica ma i presupposti sono genere che potrebbe allettare le papille gustative degli appassionati: l’uva è ottima, e non c’è distinzione tra le qualità. In altre parole, il Vermentino è in forma smagliante esattamente come il Cannonau, solo per citare i prodotti più noti e apprezzati dell’enologia sarda.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.14040417:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/08/31/news/ad-alghero-un-clima-ottimale-1.14040417]]

Le cantine. Tino Demuro, proprietario delle Vigne Surrau, non ha usato mezzi termini: «Spesso è un’espressione inflazionata, nel senso che lo si dice più o meno tutti gli anni – attacca il patron del vino di Porto Cervo – ma questa volta è davvero così: sarà un’annata eccezionale». I segreti del successo dei vitigni tradizionali è da ricercare tra le pieghe di un meteo particolarmente benevolo, oltre che nella cura e nelle attenzioni che vengono riservate alle vigne: «La verità è che è stata un’estate strepitosa – continua Tino Demuro – calda durante il giorno, ma non troppo, e fresca durante la notte. In parole povere abbiamo avuto l’escursione termica ideale per la maturazione delle uve». L’aiuto è venuto anche dai venti e dalle piogge: «Il maestrale mai troppo fastidioso ha dato una mano, esattamente come le piogge che sono cadute nella giusta quantità», dice ancora Demuro. Se un enologo avesse potuto scegliere, dunque, avrebbe sicuramente optato per un’estate come quella in corso, una stagione eccellente che potrebbe contribuire come mai alla maturazione degli acini, al mantenimento delle corretta percentuale di acidità e alla conservazione degli aromi, un dettaglio fondamentale in ogni buon vino.

Qualità e commercio. Se le quantità vengono regolate prima delle vendemmia a seconda della necessità di ogni cantina, sulla qualità è necessario anche l’aiuto delle condizioni atmosferiche. Una mano che quest’anno è arrivata senza condizioni e che avrà un peso specifico significativo anche nel commercio dei prodotti imbottigliati durante la vendemmia del 2016: «Lo si vede già dal mosto – aggiunge il proprietario delle vigne Surrau – nonostante siano solo i primi hanno profumi intensi, come non ne sentivo da tempo». E se chi ben comincia è a metà dell’opera, il Vermentino gallurese sarà un vino da collezione: «Ormai è la qualità che fa la differenza. Un consumatore sa che deve diffidare dei vini che costano poco, sempre che ricerchi un prodotto di qualità. Quando punta su bottiglie che vanno dai 15 ai 25 euro deve andare sul sicuro e sono convinto che con il vino del 2016 possa essere soddisfatto», conclude Tino Demuro.

Con il consumatore in una botte di ferro, anche i progetti di esportazione possono riprendere a gonfie vele. I nuovi mercati sono quelli Europei e degli Stati Uniti, raggiunti da quantità modeste ma comunque significative.

Nonostante le difficoltà climatiche, con temperature massime decisamente più alte, anche le vigne del sud sono reduci da un annata da ricordare. Il vino sardo, dunque, si presenterà ai consumatori nel migliore dei modi.

La tecnologia. È una novità che presto potrebbe diventare una regola per i tutti i vigneti. Tra i filari del vino Siddura, in Gallura, c’è un’avanguardia tecnologica che monitora le condizioni del terreno e quelle delle viti attraverso un sistema di sonde e microchip. Il meccanismo è controllato dall’agronomo Luca Vitaletti, che lo ha messo a punto: «Per il momento funziona solo in alcuni filari sentinella ma abbiamo registrato dati che possono essere riferiti a tutte le vigne – spiega l’agronomo di Siddura – sostanzialmente le sonde registrano le condizioni idriche del terreno dando un riscontro preciso, per fare un esempio, sull’acqua a disposizione, su quella che la terra può sopportare e soprattutto sulle quantità che le piante sono in grado di assimilare. Si tratta di dati importantissimi per la cura delle vigne».

Se l’attenzione è alta per il terreno, anche le viti sono controllate con molta attenzione: «È la seconda parte del nostro progetto, controlliamo la terra ma anche le piante. Grazie al controllo diretto operato dalle sonde possiamo accorgerci delle eventuali difficoltà vissute dalle viti. Malattie, dunque ma anche sofferenze causate dalla mancanza d’acqua o, al contrario, dall’abbondanza dell’irrigazione. In questo modo è molto più semplice decidere gli interventi da effettuare e portarli a termine andando a contrastare ogni singolo problema, volta per volta», conclude Luca Vitaletti.

Dietro il successo del vino sardo, quindi, non c’è solo la bontà del clima di un’estate particolarmente favorevole. Se le bottiglie di Vermentino, o di Cannonau, regaleranno vere e proprie emozioni ai palati più allenati il merito sarà anche di una produzione al passo con i tempi che ha deciso di scommettere sulla qualità.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative