La Nuova Sardegna

Il sindaco di Olbia: «Il morto è povero? Cremiamolo per risparmiare»

di Giandomenico Mele
Il sindaco di Olbia: «Il morto è povero? Cremiamolo per risparmiare»

La delibera della giunta Nizzi stabilisce che gli indigenti non saranno più sepolti. Un risparmio di 500 euro a persona: 21 le inumazioni di nullatenenti nel 2015

29 agosto 2016
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OLBIA. Per i defunti indigenti resta solo la cremazione. Tempi di ristrettezze per il Comune di Olbia, che pure garantisce un servizio nel momento più tragico per la scomparsa di una persona cara. Che diventa un problema anche economico, per chi non può permettersi una sepoltura. Ma oggi costa troppo cara anche per l'amministrazione, che con una delibera di giunta ha stabilito che l'inumazione o la tumulazione non sono più le modalità uniche per i "servizi funebri essenziali a carico del Comune di Olbia a favore dei cittadini indigenti". Così si dispone come opzione esclusiva la cremazione del defunto indigente, da svolgersi nell'impianto dell'Asco nel nuovo cimitero di Su Lizzu. Come opzione alternativa, tuttavia, il Comune propone il versamento di un contributo economico a favore dei familiari del defunto pari all'importo previsto per la cremazione, che gli stessi familiari potranno integrare a loro carico in caso di scelta dell'inumazione o della tumulazione della salma.

Servizio costoso. La scelta del Comune di Olbia origina da motivi esclusivamente economici. Il capitolato d'appalto individuava come modalità unica di sepoltura l'inumazione negli spazi dedicati del cimitero comunale: ma secondo la valutazione della giunta Nizzi tale scelta nasceva dalla necessità di contemperare il diritto a una dignitosa sepoltura con i principi di economicità ed efficienza nella gestione della spesa pubblica. Economicità che non esisterebbe più, dal momento che il Comune spiega come “siano state incrementate le tariffe per l'inumazione, mentre sono state definite quelle per la cremazione, con l'avvio del nuovo impianto crematorio”.

E qui il Comune ha deciso, rispetto alla precedente amministrazione, di fare due calcoli: la giunta Nizzi ha così quantificato in 492 euro più iva il costo standard per una cremazione; mentre ammonterebbe a 990 euro più iva il costo per una inumazione.

Economia funebre. In applicazione di un principio di economia funebre, il Comune ha così deciso che “il notevole aumento del costo dell'inumazione rende tale scelta economicamente meno vantaggiosa rispetto al momento in cui questa era stata individuata e che la conseguente applicazione delle nuove tariffe provocherebbe un aumento insostenibile del costo del servizio funebre a favore dei cittadini indigenti”. Nel corso del periodo 2015-2016 sono state autorizzate dai Servizi sociali del Comune 21 inumazioni ai cittadini indigenti, per un costo complessivo di 8.230 euro. Non proprio una cifra insostenibile per le casse comunali. Che però, evidentemente, non potrebbero sostenere gli aumenti delle tariffe per lo svolgimento del servizio funebre. Così si ritiene che la presenza dell'impianto crematorio comunale gestito dall'Asco costituisca un'alternativa altrettanto dignitosa di conservazione dei resti, con in più un risparmio di spesa pubblica. E che gli indigenti defunti possano essere cremati a spese del Comune. Per inumazione e tumulazione, si deve aggiungere un consistente extra.

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