La Nuova Sardegna

L’estate più dura degli ultimi anni

Le terre troppo aride e le piante secche rendono più difficili le bonifiche

25 agosto 2016
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SASSARI. È una stagione più difficile delle ultime. A dirlo sono i numeri dei fuochi e degli ettari bruciati. Fino a un paio di giorni fa il fuoco si era divorato circa 9mila ettari di pascolo e boschi. Una cifra destinata inevitabilmente a salire, visto che l’isola è ancora nella morsa del fuoco. L’ultimo devastante rogo di ieri in Planargia ne è una testimonianza. Negli ultimi anni a fine stagione si erano contati tra i 6 e i 7mila ettari bruciati, numeri che purtroppo questa estate sono già stati superati. Una inversione di tendenza dovute alle condizioni meteorologiche. Aridità del terreno, forte vento e temperature elevate. Un cocktail micidiale, che però non può quasi mai diventare nocivo senza la mano dell’uomo. Colpa o dolo, c'è sempre una responsabilità umana dietro gli incendi. La maggior parte dei roghi ha una origine colposa o dolosa, dovuta a superficialità o a premeditazione. «Il fuoco non si accende mai da solo, c'è sempre qualcuno che lo fa partire – dichiara il numero uno della Protezione civile regionale, Graziano Nudda –. C'è chi lo fa di proposito, ma anche chi mette su un barbecue dove non lo dovrebbe fare o lancia dal finestrino un mozzicone di sigaretta. Terreno fertile per far partire il fuoco, soprattutto in una stagione come questa caratterizzata dal vento, dalle temperature molto elevate e dalle terre secche per la siccità».

Terre talmente secche che stanno rendendo più difficili le bonifiche, tanto che in più di una occasione gli incendi si sono riaccesi a distanza di ore, se non di giorni. Come è successo in alta Gallura tra Luras e Luogosanto, dove le fiamme sono ripartire a distanza di 48 ore. «Le piante sono più complicate del previsto - afferma il comandante del corpo forestale Gavino Diana –. Le piante sono secche fino alle radici e se il tizzone si infila sotto una sughera l'operazione di bonifica si fa molto in salita».

In queste ultime settimane, dal Sud alla Gallura, sono stati ritrovati inneschi che testimoniano la volontà di distruggere degli incendiari. La forestale sta portando avanti diverse indagini e in più casi è vicina a dare un nome ai responsabili di questi disastri naturali. Un lungo elenco di devastazioni che va dalla Gallura, dove nelle ultime settimane sono scoppiati diversi incendi tra Oschiri, Tempio e Luras, fino al Marghine, 3mila ettari bruciati da Borore fino a Sedilo da una parte e Noragugume dall'altra. Per non parlare dell’incendio del 6 agosto tra Illorai e Bolotana, dove sono anche rimasti feriti due forestali che erano impegnati nelle operazioni di spegnimento.

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