La Nuova Sardegna

Sardafidi, il Tar respinge il ricorso

Il tribunale amministrativo dà ragione alla Regione sul fondo unico per i confidi

23 agosto 2016
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CAGLIARI. Il Tar Sardegna ha respinto il ricorso di Sardafidi, certificando come legittimo il disciplinare che regola la ripartizione del Fondo unico per i Confidi. Il Fondo era stato istituito a giugno 2015 all'interno dell'attesa legge di riforma del comparto, mentre il disciplinare con i criteri che ne stabiliscono la suddivisione era stato approvato a novembre successivo dalla giunta Pigliaru.

«Siamo molto soddisfatti, abbiamo atteso la sentenza con serenità perché consapevoli di aver lavorato in modo corretto. La ripartizione del fondo unico per i Confidi segue criteri assolutamente oggettivi ed estremamente trasparenti, e l'intero modello è calibrato su dati e informazioni statistiche del comparto dei Confidi, in modo da renderlo oggettivo e ancorato alla realtà – afferma l'assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci –. Oggi i giudici amministrativi ci danno ragione, e questo è un passaggio decisivo perché ci consente di proseguire con assoluta certezza nel percorso avviato insieme ai Confidi stessi. La costituzione del Fondo unico, così come la realizzazione della riforma del sistema dei Confidi, è stata decisa per avviare un processo di razionalizzazione, atteso da moltissimi anni, e garantire così un miglior funzionamento dell'intero comparto a vantaggio delle imprese sarde. Voglio poi ricordare – aggiunge il vicepresidente Paci – che la Sardegna, con questa riforma innovativa, gioca il ruolo di apripista nazionale».

Nella sentenza i giudici scrivono che "la lex specialis di selezione contemplava criteri di valutazione assolutamente precisi, completi ed esenti da vizi logici estrinsecamente rilevabili, per cui la Regione, nell’effettuare le proprie valutazioni, ha operato in un quadro di esaurienti garanzie prestabilite, idoneo a scongiurare ogni possibile violazione del principio di trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa. La scelta della Regione di valutare caso per caso la solidità finanziaria di ciascun confido concorrente risulta ragionevole e, come tale, priva di vizi logici valutabili in sede giurisdizionale».

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