La Nuova Sardegna

Ad Alghero il conto dipende dalla residenza: i turisti pagano tutto più caro

di Gian Mario Sias
Ad Alghero il conto dipende dalla residenza: i turisti pagano tutto più caro

La disparità di trattamento è giusta per i gestori di bar e ristoranti, ma per i turisti è una ingiustizia che si aggiunge a carenze come la mancanza di bancomat e wifi, oltre al solito problema dei parcheggi

21 agosto 2016
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ALGHERO. Se sei un turista in Riviera del corallo, è meglio conoscere lo slang locale o avere tra gli amici qualche algherese. In quel caso, i cocktail costano meno, e anche negli stabilimenti balneari il trattamento per un lettino o un ombrellone potrebbe essere di favore. Altrettanto vale nei ristoranti. Una delle lamentele più diffuse ad Alghero è proprio questa disparità di trattamento. «Il menù o il listino prezzi, ammesso che esista, è un optional, non sempre viene seguito alla lettera – racconta un turista – in uno dei bar più in voga della movida algherese mi è capitato di pagare un mojito 8 euro, per poi vedere che a una persona del posto costava 5 euro, quasi la metà».

Il criterio, molto semplice, viene svelato da un altro ospite della Riviera. «I gestori degli esercizi non si mettono alcun problema a spiegare che il trattamento riservato a chi vive da queste parti deve essere necessariamente diverso da quello dedicato a chi è di passaggio», racconta, «se sei un turista, dando per scontato che da queste parti potresti anche non metterci più piede, per il sicuro ti prendono tutto quello che possono prenderti».

È evidente che non è il segno di un tessuto economico maturo per competere a livello internazionale nel mercato turistico. Mancanza di bancomat e di wi-fi, su cui nell’ultima settimana si è acceso un dibattito che ha coinvolto tutta l’isola, non sembrano essere un problema che interessa quella che ancora oggi si vanta di essere stata negli anni del boom economico “la porta d’oro del turismo in Sardegna”. Certo, non dappertutto si può pagare un caffè senza scucire un euro in contante, ma nei locali e nelle zone a più alta concentrazione di turisti il pos è di casa da un pezzo. Tutti i ristoranti e moltissimi bar sono attrezzati. Altrettanto vale per quanto riguarda la connessione gratuita a disposizione dei clienti, con due sostanziali differenze. «Dipende dalla compagnia, perché alcune servono malissimo l’intero territorio e nei giorni di maggiore afflusso turistico c’è stata una sorta di black out», racconta un operatore. Altro problema. Più ci si allontana dal centro abitato e più il wi-fi diventa una chimera. Il sovraccarico delle linee senza fili per la connessione a internet presenta numerose analogie alla questione dei rifiuti, su cui anche i turisti – al netto dell’acceso dibattito politico che si è scatenato da alcune settimane, più o meno in coincidenza con la nomina del nuovo assessore Raniero Selva – hanno moltissimo da ridire. «È ridicolo che non sia stato predisposto un incremento dei turni di ritiro dei rifiuti in un momento dell’anno in cui la popolazione quadruplica», racconta una signora che ha preso casa al lido per un paio di settimane. «Siamo stati costretti a convivere con cumuli di rifiuti per le strade – aggiunge – al di là dell’inciviltà delle persone, ha contribuito anche la scarsissima informazione e la mancanza di comunicazione su tempi e modi della raccolta differenziata nelle diverse parti della città». Ma ci sono anche altri problemi, rispetto ai quali gli algheresi sembrano aver fatto il callo, al contrario dei loro ospiti. «Si parla tanto di sostenibilità e di ambiente, ma il sistema viario di Alghero è vergognoso, e la disponibilità di parcheggi idem», riferisce un altro turista arrivato una settimana fa da oltre Tirreno. «A questo problema si sarebbe dovuto sopperire con un adeguato sistema di trasporto pubblico – aggiunge – ma anche in questo caso stiamo parlando di un servizio estremamente lacunoso». Rifiuti, trasporti, ospitalità, accoglienza. A un occhio distratto, la Riviera del corallo potrebbe sembrare una meta turistica migliore di così. «È l’illusione prodotta dalla tantissima gente alla quale non siamo stati in grado di garantire un adeguato livello qualitativo e quantitativo di servizi», ammette un operatore del settore. «Siamo stati aiutati dall’instabilità internazionale, che ha favorito il grande ritorno dei turisti dal resto d’Italia e d’Europa – conclude – ma se non ci diamo una mossa rischiamo di perderli».

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