La Nuova Sardegna

SASSARI. «La politica sottovaluta il problema degli animali selvatici». Coldiretti punta il dito contro la Regione definendo l’invasione dei cinghiali come «un fenomeno fuori controllo e una minaccia costante per automobilisti e per il mondo agricolo».

Dopo l’aggressione registrata a Alghero, dove un cinghiale ha attaccato una donna, e i due episodi in cui altrettanti cinghiali hanno invaso le strade del Nuorese causando incidenti stradali, il problema è diventato evidente: «L’invasione degli animali selvatici sta mettendo a rischio il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali e urbane», spiega il direttore di coldiretti, Luca Saba. A dimostrarlo c’è un dossier presentato pochi giorni fa: «Nel 2015 i danni causati dalla fauna selvatica si aggirano intorno ai 100 milioni di euro. Mentre da un’analisi sul 2015 si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali, dove hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite». E dal 2005 il numero dei cinghiali presenti in Italia è raddoppiato, passando da 600mila a oltre 1milione nel 2015. Ma accanto ai cinghiali si intensificano su tutto il territorio sardo gli attacchi degli altri animali, dalle nutrie, delle cornacchie, dei cervi, dei cormorani, aumentati dell’86% in sei anni. «E’ chiaro», evidenzia il presidente di Coldiretti, Battista Cualbu, «che le soluzioni adottate dalla politica fino ad oggi sono fallite. I dati e i fatti di questi giorni ci dicono che è improrogabile prendere delle decisioni che consentano un’inversione di tendenza. Coldiretti ribadisce la richiesta di una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. L’obiettivo dell’attività agricola e di allevamento, infatti, non è di ottenere risarcimenti, ma fare impresa, producendo per i cittadini e non per gli animali selvatici».