La Nuova Sardegna

Il codice delle Asl irrompe nelle sagre stupore tra gli stand

Il codice delle Asl irrompe nelle sagre stupore tra gli stand

Pochi conoscono le linee guida recepite dall’Europa Previste sanzioni fino a 9mila euro per chi non le rispetta

08 agosto 2016
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SASSARI. La stretta delle Asl sulle regole igienico-sanitarie nelle sagre ha creato un po’ di panico tra camion bar e bancarelle. In Sardegna le sagre di vini, salumi, frutta e dolci durano tutto l’anno, ma è agosto il mese per eccellenza delle kermesse enogastronomiche. La notizia del regolamento delle aziende sanitarie, che hanno recepito una direttiva europea, è stata accolta con grande stupore. E non poco timore. Non perché chi cucina o ha che fare col cibo durante le sagre non ha a cuore l’igiene, ma perché le severissime linee guida assimilano sempre più le bancarelle ai bar e ristoranti. Con il rischio per gli ambulanti e gli organizzatori di multe molto salate. Se un cuoco o un arrostitore si sporca mani o grembiule mentre arrostisce la carne, cosa abbastanza verosimile di fronte a una griglia, e non corre a cambiarsi rischia di pagare fino a 774 euro. E se gli scappa uno starnuto e non si catapulta a sciacquarsi le mani la multa è di 500 euro. Ovviamente la sua attività ambulante deve disporre di un lavello, altrimenti rischia lo stop.

Le linee guida sono quelle dettate dalla Ue nel 2006 e nel darne attuazione le Asl isolane si sono mosse in ordine sparso. L'Asl di Olbia ha iniziato nel 2013 inviando una nota ai Comuni, ma tra gli operatori nessuno ne era finora venuto a conoscenza. L'anno scorso l'Asl di Oristano ha lanciato una campagna didattica. Per Sassari il regolamento è una novità di quest'anno. Insomma, per tutte le pietanze preparate sul momento nelle feste di paese - ma anche nelle grandi kermesse identitarie - sono previste regole rigide. Le stesse che vengono applicate a un pubblico esercizio. E così i piani di calpestio devono essere lavabili, le varie attività devono avere lavelli alimentati con acqua, dotati di sapone e asciugamani, e le cappe per evitare che il fumo invada la cucina. E chi si mette all’opera deve avere ricevuto una adeguata formazione. In caso di mancata osservanza delle regole scattano le sanzioni. 9mila euro per l’installazione non autorizzata di un gazebo per la somministrazione di alimenti, mentre servire pasti senza le procedure di autocontrollo previste dal disciplinare prevede una multa di 6mila euro. C'è anche chi potrebbe fare il furbo chiedendo alla Asl un'autorizzazione per la vendita di piatti preconfezionati, per poi mettersi invece a cucinare. L'omessa notifica della variazione potrebbe costare fino a 3mila euro. Una serie di dettami che potrebbero mettere a rischio la stessa sopravvivenza delle sagre.

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