La Nuova Sardegna

Sagre a rischio, gli arrostitori preoccupati: «Un lavello? Mai visto»

Sagre a rischio, gli arrostitori preoccupati: «Un lavello? Mai visto»

Tra gli appuntamenti che dovranno superare il ginepraio delle norme igienico-sanitarie a Sassari c'è anche la consueta arrostita pre-Faradda

06 agosto 2016
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SASSARI. Tra gli appuntamenti che dovranno superare il ginepraio delle norme igienico-sanitarie c'è anche la consueta arrostita pre-Faradda, che ogni anno calamita in città migliaia di visitatori e che si svolgerà giovedì 11 agosto. Quest'anno i fumi dei bracieri, affollati di carne di ogni tipo e melanzane arrosto, potrebbero diventare un serio problema. Sì, perché le linee guida dell'Asl di Sassari - che recepisce il regolamento comunitario in materia di sicurezza alimentare nell'ambito di manifestazioni temporanee - sono arrivate da pochi giorni, quando la tradizionale Discesa dei Candelieri è alle porte. E con la Faradda si rinnova anche l’appuntamento con l’arrostita. E la serie di prescrizioni stringenti richieste dalla Ue potrebbero mettere in difficoltà gli organizzatori, costretti a mettere in campo soluzioni per niente semplici.

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Sì, perché tra gli arrostitori - impegnati ogni anno a servire quintali di prelibatezze - c'è chi giura di non aver mai visto un lavello. «Il nostro gruppo l'acqua la porta con i bidoni – racconta uno dei soci dei circoli coinvolti nell'organizzazione –. Di solito ci forniscono i bagni chimici ma di lavandini vicino ai bracieri non ne ho mai visto».

Un altro problema potrebbe riguardare l'assenza di zone destinate a spogliatoi. «No, niente spogliatoi – continua l'arrostitore –. L'organizzazione ci fornisce una maglietta, un grembiule e un cappellino. Però noi utilizziamo anche i guanti». Gli organizzatori non sono impreparati. Conoscono bene le nuove linee guida e si stanno adoperando per superare il problema. La grande arrostita pre Faradda è organizzata dal Comune di Sassari, che si avvale di un coordinatore esterno. «Allestire lavelli è praticamente impossibile – commenta Checco Cadoni – ci vorrebbero tutti gli allacci e anche gli scarichi. Ma non solo nel nostro caso, anche in tutte le sagre che si stanno facendo in questo periodo, tantissime come ogni estate. Noi abbiamo previsto un'autobotte con dei rubinetti dai quali i preparatori potranno prendere l'acqua. Le regole si fanno con il buon senso e poi i Comuni dovrebbero dotarsi di queste strutture e metterle a disposizione dei volontari. Se queste prescrizioni si scaricano sui volontari non si va da nessuna parte. Diventa molto complicato. In ogni caso – continua Checco Cadoni – stiamo lavorando ancora per definire i dettagli dell'evento, lunedì ci sarà un'importante riunione. Si cercherà di rispettare il più possibile le prescrizioni imposte dalla normativa per evitare di incappare nelle sanzioni».

Quest'anno all'arrostita verranno serviti 25 quintali di carne, 9 quintali di pane, 70 cassette di melanzane, 1.800 litri di vino rosso, 1.800 litri di acqua. Ma ci sarà anche l'atteso ritorno dello zimino. E i lavelli in questo caso non servono? «No – riprende e conclude l'arrostitore – lo zimino si pulisce ma non si lava». (s.s.)

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