La Nuova Sardegna

Prezzo del latte, si apre il dialogo

I pastori manifesteranno a Thiesi. L’azienda dei fratelli Pinna: «Collaboriamo»

04 agosto 2016
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THIESI. «Vorremmo parlare di collaborazione e programmi insieme ai pastori». L'azienda dei fratelli Pinna tende la mano al movimento dei pastori: «Servono strategie comuni che ci permettano di incalzare le istituzioni affinché ci aiutino a superare la crisi». Non mancano le precisazioni sul momento vissuto dal comparto: «Come la maggioranza delle aziende private la ditta dei fratelli Pinna ha pagato, per la campagna latte, un prezzo medio di oltre 85 centesimi di euro a litro a differenza della maggioranza delle cooperative e delle organizzazioni professionali purtroppo avranno difficoltà a liquidare lo stesso prezzo ai pastori». L'azienda, poi, respinge l'accusa «di voler far diminuire il prezzo dei formaggi. Ma a quale scopo? Abbiamo i magazzini pieni di formaggio. Sarebbe veramente un controsenso. La realtà – sottolinea l'azienda – è che tutti stanno pagando il duro prezzo di una crisi di sovrapproduzione che nella nostra isola è un fenomeno ciclico. Aver trasformato in formaggi oltre 350 milioni di litri nel 2016 contro i 280 milioni di litri del 2014: 70 milioni di litri in più vogliono dire oltre 100.000 quintali in più di formaggio rispetto al passato. Tutto questo insieme al calo dei consumi e alla maggiore concorrenza dei formaggi vaccini ha fatto precipitare il prezzo dei nostri prodotti. La Prova è che tante cooperative hanno venduto in luglio forti quantità di latte nel mercato estero a meno di 0,75 euro al litro pur di non fare pecorino romano. Sanno che dal romano avranno difficoltà a realizzare quel prezzo. Le conseguenze di questi errori nella programmazione della produzione - concludono dall'azienda dei fratelli Pinna - potrebbero avere anche ripercussioni sul futuro delle aziende».

Il movimento dei pastori venerdì, alle 10.30, sarà comunque davanti ai cancelli dell'industria casearia di Thiesi, dove terrà un nuovo sit-in. L'obiettivo è la denuncia della caduta del prezzo del latte. «Un calo – spiegano gli allevatori – che determinerà l'abbandono del mestiere da parte di molti di noi. Ci hanno fatto credere che era necessario aumentare la quantità e la qualità del latte. L'abbiamo fatto e oggi ci dicono che c'è un eccesso di produzione e ci sono i magazzini pieni di formaggi: ecco perché crollano i prezzi. Ancora una volta la mancata visione globale mette in ginocchio il debole della filiera, il pastore. Anche se, nonostante il crollo del prezzo del latte, i consumatori continuano a pagare il formaggio molto caro».

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