La Nuova Sardegna

ALGHERO. Attendere, ma con la sensazione di averci visto lungo e di aver perso per strada mesi di tempo. E di lavoro.

Uno spreco difficile da mandare giù, soprattutto per il sindaco di una città che ha costruito le sue ambizioni sul turismo e ha puntato grosso su un aeroporto che doveva diventare la porta della città e che invece ha rischiato il fallimento, insieme ai sogni di gloria di Alghero: «Ora approfondiremo meglio, ma direi che viene confermata la linea dei sindaci. La cosa più importante è che l’aeroporto di Alghero sia salvo e non debba restituire niente a nessuno», ha detto il sindaco Mario Bruno, che ha approfittato dell’ultima sentenza della corta europea per liberare le sue scarpe da un paio di fastidiosi sassolini che, nel corso degli ultimi mesi, sembravano diventati macigni: «Noi eravamo convinti e sicuri di quello che stavamo facendo, abbiamo provato a spiegarlo anche al presidente Pigliaru e all’assessore Deiana. Ci abbiamo provato per mesi senza riuscire a convincerli». Poi, l’analisi diventa più tecnica: «Da una prima impressione – spiega Bruno – mi sembra confermato il principio del pubblico investitore in una economia di mercato. E avendo Sogeaal, la società di gestione dello scalo, operato con Ryanair come avrebbe fatto un privato, non si sarebbe incorsi neanche ora in aiuto di Stato».

Di tutt’altro avviso l’ex sindaco Marco Tedde (Forza Italia)che, anzi, se la prende con Bruno e con la consulenza pagata al professor Stajano: «Credo che Bruno sia incorso in uno scivolone, forse per recuperare il tanto tempo perso, quando ha chiesto a un professionista un parere sulla compatibilità col Trattato europeo degli aiuti al traffico aereo low cost. Per avere queste informazioni giuridiche, che oramai sono risapute e oggi anche certificate avrebbe potuto consultare la comunicazione della Commissione europe, le linee guida del Ministro dei trasporti del 2014 e le indicazioni operative Enac del novembre 2014».