La Nuova Sardegna

Renzi domani a Sassari per firmare il Patto con la Regione: arriveranno 2,5 miliardi

Da sinistra Francesco Pigliaru, Matteo Renzi e il ministro Graziano Delrio
Da sinistra Francesco Pigliaru, Matteo Renzi e il ministro Graziano Delrio

Arrivo alle 15 ad Alghero, poi sosta a Palazzo Ducale e la visita a un’azienda. L’accordo con il Governo porterà in Sardegna due miliardi e mezzo di euro

28 luglio 2016
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CAGLIARI. È ufficiale: il Patto per la Sardegna sarà firmato domani pomeriggio a Sassari. L’arrivo del presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi sarà intorno alle 15: sbarcherà ad Alghero dall’aereo di Stato, partito un’ora prima dall’aeroporto di Taranto. La cerimonia del sigillo sul Patto, con il governatore Francesco Pigliaru, dovrebbe essere poco prima delle 16 a Palazzo Ducale, anche se la sede potrebbe essere spostata in prefettura. Poi il resto dell’agenda di Renzi in Sardegna è ancora da scrivere. È possibile un incontro all’Università con il Senato accademico e un confronto sulle start up. E probabile la visita del premier in un ’azienda modello di Alghero e potrebbe essere la «Sella&Mosca». La partenza di Renzi da Alghero è annunciata intorno alle 18.30.

La scelta. È stata la Regione a volere (o forse meglio a proporre) Sassari a Palazzo Chigi. Il motivo? Un riconoscimento evidente per il Nord Sardegna, ma anche la certezza che – fanno sapere dalla Giunta – «Renzi sarà presto anche a Cagliari per firmare il Patto con e per la città metropolitana». Per chiudere il programma, è stato decisivo il filo diretto fra Gravino Manca, sassarese, consigliere regionale del Pd, renziano doc, e Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, anche lui annunciato domani a Sassari.

Il Patto. Un miliardo e mezzo, più un altro miliardo: dovrebbe essere questo il peso finanziario dell’accordo, inserito in quello che Renzi continua a chiamare: «La pietra miliare per il rilancio del Sud». Le tranche di quello per la Sardegna dovrebbero essere due. La prima: un miliardo e mezzo in quattro anni attraverso il fondo nazionale «Sviluppo e coesione». In gran parte, finanziamenti dovuti ma già nei giorni scorsi il presidente Pigliaru aveva fatto sapere: «Abbiamo ottenuto due punti in più rispetto al 10,6 per cento che ci sarebbe spettato come quota». Nel dettaglio: 328 milioni per i trasporti e la mobilità, sanità e università 195, istruzione e ricerca 170, rete idrica, bonifiche e ambiente 500, sviluppo economico 300 e una parte del fondo sarà utilizzata per pagare gli arretrati degli ammortizzatori sociali. La seconda tranche dovrebbe essere il vero asso nella manica, col riconoscimento alla Sardegna del «prezzo pagato a causa dell’insularità». L’ammontare del risarcimento – secondo le previsioni – dovrebbe essere appena superiore al miliardo spalmato sempre su quattro anni. Stando alle possibili macro voci il finanziamento extra dovrebbe essere destinato alla continuità territoriale aerea, presentata nei giorni scorsi dalla Giunta, e a riammodernare la rete ferroviaria fino a permettere al «Pendolino» di viaggiare davvero con i tempi dei treni veloci. Quattrocento milioni dovrebbero essere utilizzati in fine per costruire la dorsale sarda del gas: sarà quel cantiere il primo passo di una storica metanizzazione della Sardegna. Poi il progetto dei rigassificatori costieri fino al terzo: l’arrivo delle navi metaniere. Quando? La data è ancora tutta da decidere, ma ora ci sono i soldi. (ua)

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