La Nuova Sardegna

Uccise un militare, fermato con la coca

Uccise un militare, fermato con la coca

Giovanni Battista Piras è stato bloccato dalla polizia a Macomer. Nel 1981 aveva tolto la vita al maresciallo Billia Calaresu

27 luglio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. Un normale posto di blocco della polizia stradale lungo la “Nuoro-Macomer”. Gli agenti erano già pronti con le palette per fermare quell’auto che stava arrivando. Ma che all’improvviso ha rallentato, si è fermata su lato destro della strada e ha fatto inversione di marcia. I poliziotti si sono insospettiti e sono immediatamente partiti all’inseguimento a sirene spiegate. Il conducente dell’auto ha intuito subito che era lui nel mirino e si è fermato. Solita trafila: patente, libretto. Ma era nervoso e gli agenti se ne sono accorti. L’hanno fatto scendere e perquisito l’auto: sotto il sedile una mazza da baseball in legno. E poi il nome: Giovanni Battista Piras, 56 anni, di Alghero, pregiudicato per reati recenti legati alla droga. E così gli agenti della Polstrada, al comando del dirigente Guido Coppola, sono voluti andare più a fondo nelle indagini. L’hanno perquisito e nelle mutande gli hanno trovato due involucri di plastica termosaldati. Li hanno aperti: cocaina. 70 grammi di quella buona. E nel portafoglio 800 euro in contanti in banconote di vario taglio. A quel punto sono scattate le manette. Giovanni Battista Piras è stato arrestato e accompagnato nel carcere di Massama.

Dietro le sbarre c’era stato a lungo Giovanni Battista Piras. Il suo è un nome che riemerge dal passato. Nei guai c’era finito quand’era ancora un ragazzino. Aveva poco più di 20 anni quando aveva sparato e ucciso a colpi di pistola un carabiniere e ne aveva ferito un altro con la mitraglietta.

Era il 15 aprile 1981. Due banditi armati e mascherati avevano fatto irruzione nella sede della Cassa di credito agrario del Banco di Sardegna a Olmedo e avevano portato via il bottino. Poi erano scappati a bordo di una Vespa in direzione di Alghero. Ma dopo pochi chilometri, erano stati fermati a un posto di blocco. A quel punto Giovanni Battista Piras aveva estratto dalla tasca una pistola 7,65 e aveva esploso due colpi in direzione del maresciallo Billia Calaresu, di Villanova Monteleone. Mortali. Poi aveva preso la mitraglietta del sottufficiale e aveva sparato ancora per coprirsi la fuga, ferendo il carabiniere Pietro Pischedda e rimanendo anche lui ferito a una mano.

Giovanni Battista Piras e il complice (Roberto Iacono, finito nuovamente anche lui di recente sulle cronache per una storia di minacce all’ex sindaco di Alghero Marco Tedde) erano scappati nelle campagne. Per catturarli era stata organizzata un’enorme operazione di ricerca che si era conclusa qualche giorno dopo a Santa Teresa, dove i due erano stati intercettati mentre cercavano di imbarcarsi per la Corsica e fermati dopo una sparatoria. Piras era stato condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio del maresciallo Calaresu, mentre a Iacono erano stati inflitti 8 anni per rapina e favoreggiamento. Quando dopo 7 anni di carcere aveva ottenuto la prima licenza premio, Giovanni Battista Piras si era dato alla latitanza il 16 giugno 1988. Due anni in fuga fino al 29 giugno 1990 quando era stato arrestato dalla polizia all’aeroporto di Amsterdam. Ed era stato proprio lì in Olanda che gli investigatori avevano trovato tracce dei suoi legami con personaggi di spicco del traffico internazionale di droga. Ma da allora, di Giovanni Battista Piras nessuno aveva più sentito parlare. 26 anni trascorsi in parte in carcere e in parte nell’ombra, tenendo sempre un profilo basso ed evitando complicazioni di qualsiasi genere. Fino a qualche giorno fa sulla “Macomer-Nuoro”. È stata sufficiente una manovra sbagliata, affrettata, dettata dalla paura per farlo ritornare dietro le sbarre. (plp)

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative