La Nuova Sardegna

Via dai paesi e dalle città i sardi sono sempre meno

di Claudio Zoccheddu
Via dai paesi e dalle città i sardi sono sempre meno

Un report dell’Acli ha registrato un calo demografico di 5mila unità nel 2015 L’emigrazione e la diminuzione delle nascite prime cause della decrescita

26 luglio 2016
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SASSARI. Meno 5mila. La Sardegna continua a perdere pezzi. Nel 2015 il saldo naturale, cioè il rapporto tra le nascite e i decessi, è negativo: meno 5446. Un calo registrato in 334 comuni, ovvero l’88,7% del totale.

I dati sono stati presentati ieri dall’Acli di Cagliari e dal presidente provinciale Mauro Carta che ha fornito una radiografia degli aspetti demografici più significativi nell’isola.

La classifica dei comuni con il peggior saldo naturale è guidata da due piccoli centri della provincia di Oristano: Tadasuni, nel Guilcer, e Magomadas, in Planargia, seguiti a ruota da Giave, comune del sassarese nella subregione del Meilogu.

Il rapporto tra la nascite e i decessi sorride solo a Olbia, dove nel 2015 il saldo è stato positivo e ha segnato un +152. Dati preoccupanti sono stati invece registrati a Cagliari (-857), Sassari (-282), Alghero (-170), Carbonia (-142) e Oristano (-141).

In ripresa, invece, il saldo migratorio, cioè la differenza tra il numero degli emigrati e quello degli immigrati. Nel 2015 gli immigrati hanno superato di 298 unità gli emigrati. Ma, il dato deve essere contestualizzato. Se Cagliari, Olbia, Castelsardo e Sassari sono in crescita, i piccoli paesi della Sardegna rurale sono in caduta libera per via dei giovani che fanno i bagagli per trasferirsi in Germani, Francia, Belgio e Regno Unito in cerca di lavoro e di nuove opportunità. Le percentuali, infatti, fotografano meglio la situazione generale: in 220 comuni, pari al 70% del totale, il saldo è negativo. Decisamente preoccupanti i numeri raccolti nell’hinterland di Cagliari e nelle cittadine che un tempo attiravano i giovani in cerca di lavoro nel sud dell’isola. Assemini, nel 2015, ha un saldo migratorio negativo che ha fatto registrare 356 unità in meno. Anche Quartu ha perso 149 unità e la situazione non è migliore a Nuoro e Carbonia mentre Capoterra, centro cresciuto sensibilmente negli ultimi anni, è invece crollato nel saldo migratorio: «Colpa della mancanza di lavoro», ha spiegato Mauro Carta, «ma anche del costo eccessivo delle case. I giovani non riescono a costruirsi un futuro sicuro e preferiscono emigrare».

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