La Nuova Sardegna

Allarme antiterrorismo, massima allerta anche nell’isola

Allarme antiterrorismo, massima allerta anche nell’isola

Crescono i controlli negli obiettivi sensibili: centri commerciali, località turistiche e sedi diplomatiche Deidda, Siulp: «Il capo della polizia ha inviato un’informativa a tutti i prefetti, intensifichiamo attività»

25 luglio 2016
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SASSARI. Discrete, quasi invisibili, le forze dell’ordine presidiano gli obiettivi sensibili nell’isola. Dopo gli attentati di Bruxelles e Nizza la minaccia dell’Isis è diventata concreta. Anche nell’isola è aumentata la vigilanza nei punti sensibili. Centri commerciali, consolati, ma anche tutti i luoghi in cui ci sono grandi di gente. Una situazione che non deve però far scattare l’allarme e il senso di insicurezza. Sullo sfondo c’è sempre l’allarme globale e l’impossibilità di capire se e quando una nuova scheggia impazzita colpirà le città europee. Ma non esiste un caso Sardegna per l’intelligence nazionale.

«La situazione dell’isola è simile a quella del resto di Italia – spiega Salvatore Deidda, segretario regionale del Siulp, il sindacato di polizia –. Abbiamo la raccomandazione di avere ancora più attenzione. E ci è arrivata anche una ulteriore raccomandazione. Tutti i poliziotti sono invitati a rispettare il regolamento e portare la pistola con sé 24 ore al giorno». In altre parole avere l’arma anche fuori dal servizio.

Punti sensibili. Non sono arrivate indicazioni categoriche su quali siano le zone da presidiare. Ma i controlli sono aumentati nei centri commerciali, nelle sedi diplomatiche e anche nei centri turistici di grande richiamo, come Alghero e la Costa Smeralda. E in generale nei resort in cui è accentuata la presenza internazionale. Scontata la presenza delle forze dell’ordine in porti e aeroporti, altri punti delicati. Ma tutti si sforzano in questi giorni nello spiegare che in Sardegna non esiste un pericolo specifico. Il livello di guardia è lo stesso che si ha nel resto d’Italia.

Nessuno stop. Non esiste in questo momento un particolare allarme, ma si preferisce avere una attenzione accentuata, anche se molto discreta. Nei grandi eventi sono sempre presenti gli uomini dei carabinieri e della polizia di stato. Da Cagliari a Porto Cervo, da Sassari ad Alghero le forze dell’ordine hanno moltiplicato i loro sforzi nell’attività di vigilanza e di intelligence. In molti casi un lavoro oscuro, proprio per evitare l’effetto militarizzazione del territorio.

«Non esiste un allarme specifico per l’isola – continua Deidda – . Il capo della polizia ha inviato una nota ai questori in cui chiede attenzione. Ma le sue sono le parole di un buon padre di famiglia. Di chi è attento. Ma non va fatto dell’inutile allarmismo. In altre parole lo scrupolo non deve essere confuso come una situazione critica. Non è così».

Isola sicura. Ma la Sardegna per ora dall’allarme globale sul terrorismo sembra avere tratto solo vantaggi. Il boom della stagione turistica si deve anche in buona parte alla scomparsa di fatto delle principali località che negli ultimi anni sono riuscite a sottrarre turisti all’isola. I controlli rafforzati servono proprio a far percepire un maggiore senso di sicurezza ai sardi e ai tanti turisti che in queste settimane sono presenti nell’isola.

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