La Nuova Sardegna

Sanità: la Asl unica avrà sede a Oristano, a Sassari il 118

Umberto Aime
Sanità: la Asl unica avrà sede a Oristano, a Sassari il 118

La maggioranza in regione trova l’accordo in un vertice lungo cinque ore. Inizia il dibattito in aula. Nuoro diventa un hub e il manager non sarà sardo

19 luglio 2016
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CAGLIARI. Un altro scatto di reni, per non rischiare di essere travolta dalla tempesta in aula. È con l’ultimo vertice di maggioranza, durato quasi cinque ore, che la maggioranza di centrosinistra ha trovato forse la soluzione per uscire dalle secche della riforma delle Asl. A sole 24 ore dall’ingresso in Consiglio regionale del disegno di legge, il dibattito comincerà oggi, la soluzione potrebbe essere questa. La sede legale dell’Asl unica (l’’accorpamento è sicuro al cento per cento) dovrebbe essere Oristano. Sassari avrà invece la sede ufficiale e operativa dell’Azienda autonoma per le emergenze-urgenze, l’Areus o ex 118, oltre all’ospedale di alta specializzazione coordinato dall’Azienda universitaria, che da mesi ha preso in carico il Santissima Annunziata. Poi c’è Nuoro, che grazie alla fusione fra gli ospedali Zonchello e San Francesco potrà contare su un suo presidio di prima fascia, mentre prima era tagliata fuori ma non sarà comunque un’azienda autonoma. Infine Cagliari: spogliata della sede dell’Asl unica, avrà nel Brotzu, confermato autonomo, e nell’Azienda universitaria, che sarà potenziata, i poli di eccellenza.

Il compromesso. È arrivato al termine del più lungo vertice di maggioranza degli ultimi tempi. «Abbiamo lavorato bene e a lungo», è stato il commento all’uscita del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Era stato lui a convocare, in fretta e furia, il conclave proprio per evitare che oggi il centrosinistra arrivasse in ordine sparso al confronto in aula. Sarebbe stato un pericoloso salto nel buio anche se il tavolo tecnico della maggioranza un «punto di caduta» bene o male l’aveva trovato. Ma restavano da chiarire ancora diverse zone grigie, d’azzerare le tensioni di campanile e anche le molte divisioni interne agli stessi partiti, in testa il Pd. Dopo l’inevitabile confronto (raccontano acceso) fra le molte fazioni la quadratura del cerchio sarebbe stata trovata.

Gli emendamenti. Dopo la discussione generale, sarà la Giunta a presentare gli emendamenti. Non lo farà subito ma dopo la discussione generale e il rito del «passaggio agli articoli». Il relatore di maggioranza sarà Raimondo Perra (Psi), presidente della commissione sanità del Consiglio, quello di minoranza dovrebbe essere Marcello Orrù (Psd’Az). Il centrosinistra manderà in campo anche Gigi Ruggeri (Pd), mentre sull’altro fronte i Riformatori, che oggi manifesteranno contro la legge, punteranno su Michele Cossa e Fi sul trio Ignazio Locci, Stefano Tunis ed Edoardo Tocco.

I tempi. In aula sarà battaglia senza esclusione di colpi e che dovrebbe durare almeno dieci giorni e forse arrivare al voto finale entro la fine del mese. Poi il pallino passerà di nuovo nelle mani della Giunta, che giovedì primo settembre e non oltre nominerà il direttore generale dell’Asl unica e i manager delle otto aree socio-sanitarie, che avranno i confini delle vecchie aziende. Resteranno autonome ma non nelle forniture, scatterà in contemporanea la centrale unica d’acquisto, le aziende Brotzu e le due universitarie. Di fatto però «Unica» – dopo questi quattro mesi di lancio - entrerà a regime dal primo gennaio del 2017 e allora sarà il super manager a nominare non solo lo staff (direttore amministrativo e quello sanitario) ma anche i responsabili definitivi delle aree socio-sanitarie.

Un uomo al comando. Il manager di «Unica» avrà pieni poteri e potrebbe non essere un sardo. Anche di questo s’è parlato nel vertice, con molti accenni intorno a questo passaggio: «Dovrà essere un professionista senza legami con l’attuale sistema regionale». Si sa che un primo candidato potrebbe essere Bruno Zanaroli, modenese ed ex direttore dell’Asl di Sassari. La Giunta potrà «pescare» – senza obbligo – anche dall’albo degli oltre 200 potenziali manager che hanno risposto alla chiamata della Regione. Però sempre all’uscita del vertice Pigliaru ha detto: «Avremo tutti gli strumenti per verificare se il futuro direttore raggiungerà o meno gli obiettivi». Quali? Ridurre gli sprechi senza tagliare mai la qualità della sanità. Anzi, dovrà migliorarla.

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