La Nuova Sardegna

Task force della forestale contro i ladri di sabbia

di Claudio Zoccheddu
Task force della forestale contro i ladri di sabbia

Continua l’assalto alle spiagge sarde ma la controffensiva è ormai imminente Un gruppo scelto farà controlli a campione in tutti gli aeroporti dell’isola

18 luglio 2016
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SASSARI. C’è chi dice che finisca negli acquari, chi sostiene che faccia da ornamento per i giardini e chi invece è convinto che ci sia un business legato alle vendite online. L’unica cosa certa è che la sabbia della Sardegna finisce nelle valigie dei turisti che, però, adesso rischiano di cadere nelle rete dei controlli del Corpo forestale.

I furti. Un tempo la preferita era quella dell’arcipelago di La Maddalena, dove andava a ruba la sabbia rosa dell’omonima spiaggia di Budelli. Un fenomeno così esteso che l’arenile venne chiuso ai bagnanti. Adesso al vertice delle classifiche di gradimento c’è il quarzo bianco del Sinis e delle spiagge di Is Aruttas, Mari Ermi e Maimoni. Ma i ladri non si fanno problemi a mettere in valigia anche la sabbia delle Saline, a Stintino, o quella delle spiagge del golfo di Orosei. Un fenomeno tanto diffuso quanto difficile da arginare.

Controlli ai check-in. Combattere i furti sul posto è complicato. Un po’ per l’estensione di alcuni litorali, un po’ per la carenza del personale che dovrebbe controllare e un po’ perché il fenomeno è stato sottovalutato. Gli unici baluardi sembrerebbero alcuni addetti ai controlli degli aeroporti sardi che da qualche tempo hanno fatto fronte comune per iniziare a sequestrare la sabbia ai passeggeri che la nascondo nei bagagli a mano. E si parla, a fine stagione, di quantitativi rilevanti. Nel solo scalo di Elmas nel 2015 sarebbero state fermate 5 tonnellate di sabbia.

Corpo forestale. «Siamo pronti, nei limiti delle nostre capacità», ha detto il comandate della forestale Gavino Diana, «aspettiamo l’accredito dell’Enac per poter agire con la carte in regola anche dentro gli aeroporti ma in alcuni casi siamo già intervenuti e in altri non abbiamo trovato nulla di quello che ci era stato annunciato». Nella vicenda dei furti di sabbia c’è spazio anche per il mistero: «Dieci giorni fa eravamo a Elmas dopo una segnalazione ma non abbiano trovato nulla e gli addetti ai controlli hanno addirittura negato che la sabbia fosse stata sequestrata. È possibile che gli addetti interrogati non fossero quelli che fanno questo servizio ma è anche possibile che le foto che rimbalzano sui social network siano vecchie e chi le carica sia un mitomane», ha detto ancora Diana.

Le sanzioni. In ogni caso, le foto della sabbia sequestrata, recenti o datate, hanno avuto il merito di destare l’attenzione dell’opinione pubblica e, di riflesso, della classe politica. E adesso la cavalleria è pronta alla carica: «Inizieremo i controlli a campione», conferma il comandante del Corpo forestale, «e chi verrà sorpreso a rubare la sabbia verrà sanzionato pesantemente, come è successo ad Alghero». La denuncia per furto, invece, sembra destinata a rimanere uno spauracchio: «Ci sono state alcune denunce che poi sono state derubricate per via della piccole quantità trafugate. Il discorso, ovviamente, cambia nel caso in cui dovessero esserne intercettate quantità rilevanti. Comunque noi siamo disponibili ai controlli, basterà chiamare il 1515 purché la gente non inizi a farci correre da una parte all’altra per falsi allarmi perché il Corpo forestale, soprattutto nei mesi estivi, ha tanto da fare», ha detto ancora Gavino Diana prima di ricordare che, negli aeroporti, ci sono anche i presidi della polizia e della guardia di finanza che possono intervenire per sanzionare i passeggeri.
L’inchiesta tedesca. I più attenti sembrano i tedeschi. I cronisti della Bild, uno dei quotidiani più venduti in Germania, sono arrivati a Cagliari per studiare il fenomeno dei furti di sabbia e si sono spinti fino alle spiagge del litorale per intervistare i connazionali in vacanza facendo un parallelo con le altre spiagge d’Europa dove i furti di sabbia non sono concepiti e dove, forse, anche i bagnanti vengono messi sugli attenti da una gestione più oculata delle spiagge e delle coste.

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