La Nuova Sardegna

Concessioni balneari «La soluzione va trovata»

di Claudio Zoccheddu
Concessioni balneari «La soluzione va trovata»

Da Alghero a Olbia cresce l’apprensione tra gli operatori del comparto «Abbiamo fatto investimenti, perdere le autorizzazioni sarebbe un disastro»

16 luglio 2016
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SASSARI. Probabilmente è ancora presto. Meglio vivere alla giornata concentrandosi sugli affari, e sul rapporto con i clienti, piuttosto che immergersi nei cattivi pensieri generati dalla decisione della corte di giustizia dell’Unione europea che ha bocciato la proroga delle concessioni demaniali fino al 2020, sancita da un decreto legge firmato dal presidente della Repubblica quattro anni fa. Le reazioni dei concessionari, infatti, sono pacate. C’è chi si preoccupa, chi è fiducioso e chi invece non sapeva nulla, almeno fino a ieri.

Tra le località più colpite potrebbe esserci Alghero che ha affidato il lido e una parte delle altre spiagge alle cure di tanti concessionari: «Sinceramente non riesco a immaginare cosa possa succedere», attacca Sergio Garfagnoli, titolare dello stabilimento Melting Pot, «se dovessi perdere la mia concessione sarebbe un disastro, ho fatto investimenti e se non dovessi restare in questa spiaggia non saprei davvero cosa fare».

Anche chi affitta i gommoni non sa che pesci pigliare: «Non ho approfondito la questione e non sono molto informato», spiega Salvatore Alfonso, titolare del Shore Wind La stalla, «ma posso dire che ho fatto degli investimenti importanti che non intendo perdere». Il concessionario della spiaggia La stalla sottolinea uno dei fattori di una moltiplicazione di numeri negativi di cui nessuno, almeno per il momento, vorrebbe conoscere il risultato: «Oltre al caso delle concessioni bisogna aggiungere che Alghero non ha un piano urbanistico approvato. Questo aumenta l’incertezza», conclude Salvatore Alfonso.

La preoccupazione legata all’assenza degli strumenti urbanistici è anche nelle parole di Maria Grazia Lai, dello stabilimento Il Lazzaretto: «Oltre al Puc non è stato approvato nemmeno il Piano di utilizzo dei litorali ma sapevamo che questa sarebbe stata un’estate complicata anche per la questione delle concessioni». Il Lazzaretto, poi, è un’attività in piedi da anni: «Abbiamo aperto nel 1989 e io ci lavoro da vent’anni. Leggere la notizia del blocco delle proroghe per le concessioni è stata una doccia fredda», ha aggiunto Maria Grazia Lai che comunque ha annunciato la prima iniziativa dei concessionari, «Ci riuniremo la prossima settima per fare il punto e individuare una strategia comune. Non è possibile che capiti tutto ad Alghero, già l’addio di Ryanair è stato devastante, se poi ci dovesse essere anche l’asta per le concessioni sarebbe un disastro».

Alla stessa altezza, più o meno, ma nella costa est, le preoccupazioni sono le stesse ma non manca l’ottimismo: «Il nostro è un settore in cui operano 30mila aziende, sono sicuro che si troverà una soluzione», spiega Luca Quilichini che da 14 anni gestisce il Mamabeach a Pittulongu, a Olbia, «è impensabile che le concessioni vengano messe all’asta, ci sono troppi interessi e troppi investimenti».

La patata bollente passa quindi alla politica nazionale che dovrà raccogliere le istanze e emanare una nuova legge che possa riordinare un settore sull’orlo della crisi di nervi.

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