La Nuova Sardegna

Il governo Renzi taglia i fondi: Università nel caos

Il decreto ministeriale non tiene conto dell’insularità L’assessore Firino vola a Roma: «È tutto da rifare»

15 luglio 2016
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CAGLIARI. Il governo Renzi ha voltato le spalle alle università sarde. Aveva promesso che i finanziamenti in arrivo dal Fondo nazionale sarebbero stati «solo tagliuzzati», e invece il colpo basso è arrivato con la pubblicazione del decreto sui criteri di ripartizione dei contributi. Non c’è traccia della clausola ottenuta quattro mesi fa e che avrebbe permesso a Cagliari e Sassari di non essere penalizzate troppo, ma «anzi avere la garanzia di un’attenzione particolare per l’insularità». Il voltafaccia – che rischia di provocare subito un taglio netto del 25 per cento – è stato denunciato con sorpresa e amarezza dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione. Dopo aver ricordato che, a marzo, il ministro Stefania Giannini aveva garantito un intervento di emergenza per evitare uno spaventoso buco nei bilanci, Claudia Firino ha detto: «Mercoledì sarò a Roma col presidente Pigliaru e i due rettori (Massimo Carpinelli e Maria Del Zompo) per capire cosa sia cambiato e ottenere quello che c’era stato riconosciuto a suo tempo». La decisione del ministero è purtroppo molto chiara: «Dagli atti del Governo – scrive l’assessore – è scomparsa, senza che ci fosse alcuna comunicazione preventiva, la clausola che avrebbe permesso alle università sarde di non essere travolte dai nuovi criteri restrittivi del decreto». Ad esempio: la capacità di attirare investimenti privati, oppure studenti delle altre regioni: impossibili per una Sardegna in crisi e isolata. «Solo qualche giorno fa – prosegue il racconto di Claudia Firino – un dirigente del ministero ha provato a spiegarmi, con una mail, le ragioni di una decisione che non ci aspettavamo. Bene, sono spiegazioni inaccettabili e irrituali, per chi, come le nostre università, non chiedono trattamenti di favore o privilegi ma solo il giusto riconoscimento di una specialità oggettiva». Mercoledì la Regione farà di tutto perché «il futuro dei nostri ragazzi non sia mortificato da una logica di burocrazia e risparmio», è l’attacco finale di Claudia Firino. Se la missione romana non dovesse aver successo, i contraccolpi sarebbero devastanti per le due università. Cagliari rischierebbe di perdere da quest’anno ben 2,5 milioni di contributo, nonostante abbia i conti in ordine e le iscrizioni siano aumentate del 9 per cento. Sassari, a sua volta, subirebbe un riduzione drastica intorno ai due milioni. «Non chiediamo più soldi – è stato il commento del rettore di Cagliari Maria Del Zompo alla pessima notizia rimbalzata da Roma – ma ci lascino almeno quelli vecchi che ci siamo meritati in questi anni. Non possiamo accettare una palese ingiustizia tra l’altro arrivata quando meno ce l’aspettavamo». Gli effetti della mannaia ministeriale sono purtroppo facili da elencare: drastica riduzione dei corsi di laurea, calo inevitabile delle iscrizioni e azzeramento della ricerca. Un disastro. (ua)

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