La Nuova Sardegna

Goletta verde premia il mare dell’isola ma le foci spaventano

di Claudio Zoccheddu
Goletta verde premia il mare dell’isola ma le foci spaventano

Su un totale di 29 punti monitorati appena 6 sono inquinati Le emergenze ambientali sono tutte circoscritte ai fiumi

14 luglio 2016
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SASSARI. È il simbolo della Sardegna turistica ed è in forma quasi smagliante. Il mare che bagna le coste dell’isola ha superato l’esame di Goletta verde, l’imbarcazione capitanata da Legambiente che porta nelle acque del Mediterraneo un progetto di tutela ambientale legato alla misura dell’inquinamento marino. E su 29 punti monitorati ce ne sono appena 6 che hanno guadagnato il poco invidiabile status di inquinato o fortemente inquinato.

Le spiagge. 21 su 21. Percorso netto, en plein per usare un francesismo ormai diventato di uso comune. Goletta verde ha affondato le sonde nelle acque di 21 spiagge sarde e ha ottenuto il risultato che tutti i sardi immaginavano, e speravano: l’acqua cristallina delle spiagge è immacolata anche dal punto di vista batteriologico. Tuffi e bagni, dunque, possono continuare in tranquillità per tutta la stagione.

I fiumi. Il discorso cambia radicalmente, purtroppo. Le 8 foci controllate da Goletta verde hanno dato esisto positivo in 6 casi, al punto che i biologi hanno riscontrato “valori di contaminazione tali da assegnare un giudizio di inquinato o fortemente inquinato” e hanno segnalato l’esito dei rilievi alle autorità.

L’inquinamento. Le zone più colpite sono 5, concentrate perlopiù nel nord dell’isola. Sono fortemente inquinate le foci del rio Mannu a Porto Torres, del Silius a Marina di Sorso e Platamona, il canale che sfocia in corrispondenza di via Garibaldi a San Giovanni di Alghero, la foce del rio Jana a Porto Alabe, nella marina di Tresnuraghes, e lo scarico su via Tramontana nel litorale di Olbia, a Pittulongu, che era stato segnalato più volte da cittadini e bagnanti per la presenza di reflui fognari. È stato giudicato inquinato, invece, il prelievo relativo alle acque vicine alla foce del Fluminimanno, in località Portixeddu a Fluminimaggiore.

Consumo del territorio. La Sardegna non teme confronti: è la regione italiana più attenta alla tutela del patrimonio ambientale. Nel computo totale, il 27% (399 km) delle coste sarde è stato trasformato dal cemento ma negli ultimi 25 anni la percentuale sembra precipitata all’1%, che tradotto in chilometri significa appena 14. Un risultato più unico che raro in una nazionale divorata dal cemento. E, proprio per evitare di perdere la nomea di regione virtuosa, gli attivisti di Legambiente imbarcati su goletta verde hanno chiesto alla Regione di non abbassare la guardia e di non cedere alla tentazione del cemento.

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