La Nuova Sardegna

OLBIA»ALTA TENSIONE

OLBIA. Aspettando l’esito delle inchieste sulla settimana nera dell’aeroporto Costa Smeralda, Meridiana anche ieri ha dovuto cancellare causa malattia un bel pacchetto di voli da e per la Sardegna:...

07 luglio 2016
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OLBIA. Aspettando l’esito delle inchieste sulla settimana nera dell’aeroporto Costa Smeralda, Meridiana anche ieri ha dovuto cancellare causa malattia un bel pacchetto di voli da e per la Sardegna: 16 in tutto, ma in modo quasi indolore per i passeggeri, tutti avvisati per tempo e riprotetti su altri aerei. È l’onda lunga della protesta di una parte dei lavoratori che non si arrende all’accordo preparatorio (poco meno di 400 esuberi e un nuovo contratto meno oneroso) all’ingresso del Qatar nella pacchetto azionario della compagnia. Insomma, la guerra continua, ma dopo nove giorni di passione Meridiana pur in emergenza e pur a costo di enormi sacrifici ha trovato un punto di equilibrio. Significa che la biglietteria è aperta, si possono acquistare i biglietti disponibili e, magari, si può anche volare. La china impervia adesso è il week end, il secondo di luglio, sempre a rischio collasso qualora la protesta dei dipendenti dovesse far registrare una nuova impennata. È una data segnata in rosso nell’agenda della compagnia.

Intanto in queste ore i disagi sono sono molto più contenuti, non solo perché Meridiana sta avvertendo i passeggeri con largo anticipo (due giorni) e provvede comunque a riproteggerli, ma anche perché si sta ormai esaurendo il periodo di malattia indicato nei certificati finora presentati, che riguardano prevalentemente gli assistenti di volo (lo zoccolo duro della protesta). Manca ancora all’appello circa metà del personale navigante, ma è tornata al lavoro una parte dei piloti assenti. Nel frattempo, il personale regolarmente a lavoro da giorni è impegnato in una vera e propria task force per far funzionare al meglio il call center al servizio dei passeggeri.

A proposito di lavoratori in servizio e altri in malattia, hanno fatto molto discutere le dichiarazioni rilasciate l’altro ieri alla Nuova dal comandante pilota Gigi Carbini. Immediata la replica dei sindacati Usb e dell’Apm, cioè il fronte della rivolta: «Il comandante Carbini, auto proclamatosi paladino di una non ben identificata maggioranza silenziosa nonché fino a poco tempo fa esponente politico del territorio, lancia accuse molto gravi. L'aspetto più insopportabile delle sue affermazioni è la ricerca esasperata di un capro espiatorio, i sindacati non allineati piuttosto che i lavoratori che "non amano Meridiana", nel vano tentativo di alleggerire la posizione di un management che da anni sta trascinando questa compagnia verso il baratro. Invece di accusare chi ha semplicemente chiesto una tutela dopo infiniti contratti, bisognerebbe chiedersi chi fosse quel dirigente che ha creato negli anni una montagna di precariato, scoprendo con somma sorpresa che è ancora al suo posto in azienda». «Carbini – concludono Usb e Apm – dovrebbe anche ricordare che quei sindacati che dicono sempre "no", sono quelli che hanno chiesto che i sacrifici dei lavoratori in questi anni, fino al 30% di salario in meno dal 2008 in poi, fossero almeno vincolati a un effettivo piano di rilancio e sviluppo e non a buttare via i soldi come fatto in questi anni comprando una low cost dove trasferire l'attività e creare esuberi in Meridiana. Per questo stiamo chiedendo la verifica dell'effettiva offerta del Qatar. Il referendum è anche per questo».(m.b.)

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