La Nuova Sardegna

Brexit ed effetti sui voli low cost in Sardegna, Bruno: «Ryanair sposti la sede ad Alghero»

di Gian Mario Sias
Brexit ed effetti sui voli low cost in Sardegna, Bruno: «Ryanair sposti la sede ad Alghero»

Il sindaco della città catalana lancia la sua proposta: «È la vera via di uscita per il rilancio del nostro aeroporto»

26 giugno 2016
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ALGHERO. «Ryanair trasferisca la sua sede legale qui da noi, in Sardegna, ad Alghero». Se è vero che le migliori opportunità nascono dalle peggiori difficoltà, il sindaco di Alghero, Mario Bruno, lancia la provocazione in direzione di Dublino. Anziché farsi schiacciare da un non del tutto quantificabile “effetto Brexit”, che sicuramente avrebbe ripercussioni sui cieli della Riviera del corallo, già cupi e meno trafficati degli altri anni, il primo cittadino rilancia. «Magari mister O’Leary potrebbe valutare di spostare la sua sede in un’altra isola», è l’invito rivolto al numero uno della compagnia low cost irlandese, la cui sede legale è a Dublino, ma che ha a Londra la sua principale base operativa.

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«In questo modo Ryanair potrebbe continuare a essere un vettore europeo, con tutti i diritti che ne conseguono e i relativi vantaggi che oggi Londra non può offrire», aggiunge Mario Bruno entrando nel dettaglio di una proposta che sembra una sparata ma non lo è affatto. «La Sardegna e Alghero, in quel caso, ci sono, sono disponibili e farebbero al caso delle necessità di Ryanair», insiste il sindaco. Che più ci pensa e più si convince che la soluzione a sei mesi di problemi e di crisi sia oggettivamente a portata di mano. «Altro che chiusura della base – insiste Bruno – noi vi offriamo una sede in Europa».

In attesa che al quartier generale di Ryanair, che resta comunque a Dublino, l’ipotesi avanzata dal sindaco di Alghero possa essere presa in considerazione e valutata con attenzione, la Brexit resterà un problema. È così, quanto meno, per l’aeroporto “Riviera del corallo” di Alghero e per il trasporto aereo isolano, che già non gode di ottima salute per via delle vicende che si intrecciano ormai dallo scorso novembre senza soluzione di continuità e hanno per protagonisti la Commissione europea, il governo Renzi, la giunta Pigliaru, il consiglio di amministrazione e il management di Sogeaal, i lavoratori dell’aeroporto e i loro rappresentanti sindacali, gli imprenditori del settore ricettivo, i commercianti di Alghero e tutti gli attori istituzionali, economici, sociali e culturali del Nord Ovest Sardegna.

«Non penso che ci sarà alcuna conseguenza specifica per Alghero e per il suo aeroporto – minimizza il sindaco – ma è sicuro che la situazione che si è venuta a creare non aiuta gli anelli deboli della catena del sistema aeroportuale internazionale, soprattutto rispetto al rapporto con Ryanair e EasyJet». Secondo Bruno, «Ryanair, la cui base operativa effettiva è Londra, dovrà fare i conti con l’aumento dei costi della propria attività, a iniziare dal rincaro del carburante e cose del genere».

Questo fatto potrebbe indurre la compagnia a rivedere i suoi piani, «e in questo senso Alghero potrebbe essere ulteriormente danneggiata» è la preoccupazione del sindaco di Alghero. Secondo il quale, tuttavia, Alghero non è il problema principale. «EasyJet, che ha sede legale nel Regno Unito, ha un problema anche maggiore perché diventa un vettore extracomunitario», ricorda Bruno.

«Questi vettori, in assenza di accordi specifici, potrebbero vedersi preclusa la libertà dell’aria che esiste tra Paesi dell’Unione», spiega ancora il sindaco, che entra nello specifico. «Una volta che un aereo arriva dall’Inghilterra in Italia, poniamo a Roma, gli sarebbe poi preclusa la possibilità di fare una tratta interna in prosecuzione, come nel caso di un collegamento tra Roma e Alghero e ritorno», è il rischio concreto, anche se non così immediato. Ecco perché, è la convinzione di Bruno, «serve subito un accordo e una proposta commerciale». L’invito è rivolto.

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