La Nuova Sardegna

I ballottaggi schiantano il Pd Quasi scomparsa Fi, meglio M5s

di Luca Rojch
I ballottaggi schiantano il Pd Quasi scomparsa Fi, meglio M5s

Cambia la geografia dei sindaci dell’isola. I Dem nel caos dopo aver perso tutte le sfide elettorali Forza Italia prende Olbia, ma è del tutto assente dalla guida dei grandi centri. L’onda rosa è grillina

21 giugno 2016
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SASSARI. Qualcuno parla già di Rexit, di uscita dal governo Renzi. Il risultato elettorale è una bastonata al Partito democratico. Nell’isola il voto dei ballottaggi definisce la portata di uno schianto elettorale. Il Pd perde tutti i grandi centri alle amministrative. Si salva solo Cagliari, ma è più il fascino del sindaco di Sel Massimo Zedda che l’appeal Dem a determinare la vittoria.

Rosso tenue. In un anno il centrosinistra ha perso Nuoro, Porto Torres, Quartu, Sestu, Villacidro, Carbonia, Olbia, Monserrato. Un conto da paura. Una disfatta che diventa anarchia se si pensa alla situazione interna di un partito senza segretario e in preda alle correnti, balcanizzato. Ma il Pd sardo paga anche le scelte del governo Renzi che in questi mesi ha guardato più a destra che a sinistra. La prova del voto ha dimostrato che il centrosinistra vince solo se guarda a sinistra. I sindaci pagano anche il logoramento. Difficile sembrare ancora interessanti se negli ultimi 5 anni gli amministratori sono stati trasformati in esattori dopo i tagli dei governi. Sempre meno risorse ai Comuni, sempre più tasse da scaricare su famiglie e imprese.

Alti e bassi. Ma non tutte le sconfitte sono uguali. Carlo Careddu a Olbia sfiora l’impresa. Perde per un pugno di voti, appena 350 su 22mila, in una roccaforte storica del centrodestra. La sua è già un’impresa ed è forse uno degli spiragli di luce nella notte del dopo voto. Devastante la debacle di Giuseppe Casti, sindaco uscente di Carbonia, umiliato dalla grillina Paola Massidda. La città più rossa d’Italia ora guarda alle stelle. La candidata del M5s prende il doppio dei voti. Il Pd sembra non avere più appeal. Le scosse telluriche iniziano a far tremare anche la giunta Pigliaru.

Il centrodestra. Il Pd soffre, ma la necrosi di Forza Italia sembra inarrestabile. Gli azzurri hanno perso ovunque, e in molti centri non si sono neanche presentati. Arrivare a un ballottaggio sarebbe già stata una vittoria. Forza Italia sembra un partito destinato a scomparire, diluito in micromovimenti localistici in cui il prefisso Forza diventa un mini brand da associare al Comune di turno. In queste amministrative il centrodestra ha collezionato solo insuccessi. Il risultato di Olbia non fa testo, è scritto con l’inchiostro della nostalgia. È un tentativo di rievocare il passato di una Gallura florida. Quando durante la prima giunta Nizzi, nel 1997, piovevano contributi, e termini come patto di stabilità, pareggio di bilancio e spending review erano sconosciuti. La vittoria di Nizzi segna la dimensione angusta di un partito che sembra non avere più linfa e si aggrappa ai simboli del passato. Il coordinatore Ugo Cappellacci corre a Olbia a festeggiare il successo di Nizzi, a Olbia lo accolgono con stupore. Mai visto in campagna elettorale. La vittoria di Nizzi è tutta personale, ma la sua non è una rivoluzione, ma un ritorno al passato.

Stelle intermittenti. La vittoria di Carbonia è turboentusiasmo per i grillini. Paola Massidda diventa una delle Stelle rosa che conquistano i municipi. Carbonia come Roma e Torino. Il parallelo funziona anche nei numeri. La Massidda ha vinto con oltre il 60 per cento dei consensi. Ali al Movimento, ma se il Sulcis non più rosso si volge a rimirar le stelle, nel resto dell’isola i grillini hanno fatto flop. A Olbia sono rimasti sotto il 20 per cento, a Cagliari sotto il 10 per cento. C’è un filo rosso che unisce il boom dei 5 Stelle a Carbonia e a Porto Torres. Centri post industriali che vivono di disoccupazione e disperazione. Centri governati per anni dal centrosinistra che cittadini esasperati hanno deciso di spazzare via con una valanga che ha premiato i 5 stelle.

Paradosso rosso. In questo quadro in cui nessuno scoppia di salute i piccoli diventano giganti. Il voto sembra avere premiato in particolare la sinistra. Il Pd ha vinto o ha sfiorato il colpaccio solo dove si è alleato con la sinistra. E il modello Zedda, quello che ha consentito di sbancare Cagliari al primo turno, sembra essere la strada che anche il premier Matteo Renzi vuole intraprendere per risollevare il Pd dalla crisi di risultati in cui è caduto. Nell’isola il voto ha cambiato la geografia dei Comuni.

Centrosinistra più debole, ma a prendere sindaci non è un centrodestra in affanno, ma il voto alternativo: i civici e l’M5s. La paura ora è che l’onda lunga possa travolgere anche gli equilibri di una giunta che sembra sempre meno popolare.

@LucaRojch

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