La Nuova Sardegna

Famiglie sarde, crolla il numero delle nozze e aumentano le separazioni

di Mario Girau
Famiglie sarde, crolla il numero delle nozze e aumentano le separazioni

Le diocesi sarde fanno il punto sul calo della diffusione del sacramento nuziale. Il rito religioso precipita: «Effetto collaterale della famiglia patriarcale»

18 giugno 2016
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SASSARI. La crisi della famiglia sarda interroga il mondo cattolico. Tutti i giorni, secondo i dati Istat, nell'isola si separano più di due coppie e le diocesi registrano - ogni dieci anni - il 50% in meno di matrimoni. Neppure preti e vescovi sostengono più che comunque " in Sardegna la famiglia ancora tiene". Con una novità sostanziale: la Chiesa non incolpa più il mondo per questa crisi innegabile, ma si impegna per rigenerare un istituto spesso mortificato anche da chi lo vorrebbe promuovere. “Famiglia luogo di misericordia” è il tema del giubileo che vedrà oggi 19 giugno il raduno di centinaia di coppie di tutta la Sardegna prima nei locali della Fiera internazionale di Cagliari e poi nella basilica di Bonaria per una messa celebrata da tutto l'episcopato isolano.

Numeri spietati. Tra il 2008 e il 2014 le nozze sono calate del 6% in Sardegna (la media nazionale è poco più di -4%). I matrimoni civili, passati da 27% del 1999 al 47% del 2013 con punte massime a Olbia, Tortolì, Lanusei, dove si supera il 60%. Preoccupano la chiesa soprattutto i matrimoni che si sfasciano: nel 2014 tasso di 309,51 separazioni su 1000 matrimoni.

Tempi moderni. Colpa della modernità: «Non credo. Seguo decine di coppie ogni mese – dice padre Christian Steiner, frate domenicano da 6 anni responsabile della pastorale regionale per la famiglia – e ho potuto scoprire un paradosso: molte coppie non sbocciano perché hanno alle spalle una famiglia d'origine che frena la loro realizzazione come coppie e come persone singole».

La famiglia sarda. Secondo Steiner è uno degli effetti della famiglia patriarcale sarda: «Conosco molte persone che non riescono a realizzarsi professionalmente o a livello relazionale perché devono badare ai genitori. Sin da piccoli crescono nella convinzione di dover essere i responsabili di tutta la famiglia d'origine, sacrificando la realizzazione di se stessi. Si tratta di un'eredità molto antica – aggiunge il frate – in cui la famiglia era l'unica fonte di sopravvivenza per i suoi componenti. Non sono poche le famiglie che hanno figli, soprattutto donne, che stanno a casa semplicemente per assistere i propri genitori».

Il progresso. Grazie al progresso scientifico, sociale e ai sacrifici enormi della famiglia tradizionale la vita delle persone in casa è più libera e ricca. Una secolarizzazione che significa fuga dal matrimonio. «Purtroppo il modo tradizionale di attuare i ruoli familiari – aggiunge il frate domenicano – non tiene molto conto dell’amore esplicito tra i coniugi, della loro realizzazione e della relazione che ognuno ha con se stesso. I giovani senza questi tre aspetti non possono vivere, perciò evitano la famiglia tradizionale e lo Stato è costretto a regolare la loro modalità di convivenza perché tra poco interesserà la maggioranza dei cittadini». Nel frattempo la Chiesa esorta alla misericordia in famiglia: «Ce n'è bisogno, sempre. Il matrimonio attuale – conclude padre Steiner – si basa sull'amore reciproco. L'amore non concepisce che la persona amata possa ferire, eppure succede. Ecco perché la misericordia è essenziale in ogni relazione».

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