La Nuova Sardegna

Tensione tra i profughi in Sardegna è già allarme

di Claudio Zoccheddu
Tensione tra i profughi in Sardegna è già allarme

Gravi episodi di violenza a Villanovaforru e Pirri. In 23 scappano da Sadali

09 giugno 2016
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SASSARI. È la rivolta degli ultimi. Non è un moto organizzato, non esiste un coordinamento ma c’è un filo invisibile che lega Rosarno a Villanovaforru e Cagliari. Un legame che si allunga fino a Sadali e che accomuna i paesi che subiscono gli effeti di un sistema d’accoglienza che mette in mostra tutte le sue pecche.

I tumulti che nascono tra i migranti sono spontanei, come il sorriso dei bimbi scampati al mare che ha seppellito i loro fratelli. Ma nella spontaneità c’è anche la rabbia di chi viene sfruttato e quella di chi finisce in un’isola lontana dalla meta di un viaggio che, in alcuni casi, dura da mesi. La violenza, tuttavia, non può mai essere giustificata, neanche quando è la figlia degenere di un piano che sembra destinato al fallimento.
Villanovaforru. È l’episodio più grave e il protagonista è un ragazzo appena diciottenne del Gambia, arrivato in Sardegna con uno degli ultimi sbarchi. Il giovane, classe 1998, è andato in escandescenza tra le mura del centro di accoglienza “I Lecci”, in via Del rosmarino. Difficile stabilire perché il giovane migrante si sia fatto sopraffare dall’ira ma prima ha minacciato di morte una mediatrice culturale di 32 anni, poi ha tentato di aggredire la responsabile del centro e infine si è scagliato addosso a due carabinieri della stazione di Lunamatrona, arrivati a Villanovaforru proprio per calmare l’africano. L’intervento delle forze dell’ordine è finito in rissa e il giovane ha fatto di tutto per sottrarsi all’arresto. La furia del migrante si è placata solo dopo aver causato alcune ferite, per fortuna lievi, ai militari che sono comunque riusciti ad arrestarlo e a trasportarlo nella camera di sicurezza della caserma di Sanluri, dove è rimasto fino al processo per direttissima.
Cagliari. Questa volta è stato un regolamento di conti interno, un affare tra migranti. Un gruppo di giovani, ospiti dell’hotel Meditour, ha iniziato a darsele di santa ragione. La rissa ha attirato l’attenzione di tutti gli ospiti del centro di accoglienza di Pirri e dei gestori della struttura, che hanno dato l’allarme. Davanti all’hotel sono arrivati i carabineri che hanno provato a placare gli animi dei protagonisti della rissa. Un’impresa complicata dal furore dei giovani e dalle difficoltà di comunicazione ma che si è conclusa con l’arresto di tre eritrei, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, e con uno dei carabinieri rimasto ferito lievemente.
Sadali. In questo caso, per fortuna, la violenza non c’entra. Il racconto è molto simile a quello che potrebbero fare i gestori dei centri a cui vengono assegnati decine di migranti che, quando si rendono conto di non essere agli arresti e di potersi spostare liberamente, fanno i bagagli e se ne vanno. È successo anche a Sadali, zona di accoglienza per 23 ragazzi che hanno battuto tutti i record di permanenza. Una volta arrivati in paese hanno rifiutato l’identificazione e la destinazione. Dopo un breve conciliabolo hanno abbandonato il centro d’accoglienza per perdersi nelle strade della zona, diretti chissà dove. Nell’episodio c’è però un particolare inquietante raccontato dal sindaco, Romina Mura: «Hanno rifiutato di farsi identificare e se ne sono andati. Un episodio ripreso in un video in cui però manca un dettaglio, il momento in cui arriva un mezzo che accompagnerà i richiedenti asilo fino a Cagliari».

Le tensioni, dunque, crescono al pari degli sbarchi e l’idea di dover gestire un enorme hotspot inizia a preoccupare.

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