La Nuova Sardegna

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Oggi parte l’ultima asta per l’hotel Capo Caccia

di Gianni Olandi
Oggi parte l’ultima asta per l’hotel Capo Caccia

ALGHERO. Per decenni è stato un autentico paradiso per centinaia di migliaia di vacanzieri, una straordinaria finestra con un panorama mozzafiato in un contesto ambientale incantevole. Oggi alle 11...

09 giugno 2016
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ALGHERO. Per decenni è stato un autentico paradiso per centinaia di migliaia di vacanzieri, una straordinaria finestra con un panorama mozzafiato in un contesto ambientale incantevole. Oggi alle 11 andrà all'asta nel Tribunale di Sassari. Si parte da 8 milioni e 640 mila euro. Si parla dell'hotel Capo Caccia, situato nella parte estrema della rada di Porto Conte, davanti al complesso carsico dal quale ha preso il nome.

L'albergo e le pertinenze sono ormai da diversi anni in completo stato di abbandono dopo che la società che lo gestiva è finita negli ingranaggi dell'autorità giudiziaria per bancarotta con l'arresto di diversi soggetti tra i quali l'imprenditore turistico Gianni Marocchi, patron dell'hotel, che all'epoca, e con largo anticipo, inventò la formula dei voli low cost noleggiando per la sua clientela aerei che partivano da Bergamo a prezzi decisamente bassi per le tariffe di quei tempi. Charter carichi di turisti che hanno contribuito a rendere Alghero una meta ambita. All'asta andranno 113 camere, locali accessori, uffici, ristoranti, cucine, terrazza panoramica, piscina, bar, discoteca, perfino il depuratore fognario, spazi di transito, attrezzature e arredi alberghieri, tutto ciò che si trovava all'interno al momento del fallimento.

L'hotel Capo Caccia negli anni della sua attività rappresentava uno dei riferimenti più autorevoli per l'industria delle vacanze.

Tra le 60 e 70 mila presenze all'anno, oltre un centinaio di dipendenti stagionali, un piccolo impero estremamente produttivo, gettonatissimi da agenzie e tour operator internazionali. A quell'epoca l'hotel era cresciuto anche sul piano dell'immagine e della comunicazione con l'allestimento di manifestazioni a livello internazionale come il Premio Natura andato in diretta sulla emittente Telemontecarlo. L'impianto rappresentava inoltre una importante fonte di reddito per attività collaterali e di servizi, si pensi ai noleggi, taxi, pullman per escursioni, volumi importanti che sono stati cancellati dall'economia dell'intero territorio.

Da quattro anni l'impianto è privo di qualsiasi manutenzione ed è facile prevedere la compromissione delle reti idriche e fognarie, dell'impiantistica, la vegetazione si è impadronita di vaste fasce della struttura determinando una situazione complessiva di precarietà che un patrimonio ambientale come quello non meritava certamente. La gestione dell'hotel è stata a lungo al centro di un durissimo contenzioso legale e giudiziario con i proprietari delle unità abitative private, oltre un centinaio, inserite nella struttura.

Contenzioso giunto fino all'ultimo grado di giudizio della Corte di Cassazione. Vale la pena ricordare che proprio il massimo organo giudicante, a sezioni riunite, ha ribadito che la destinazione urbanistica dell'area interessata dalla presenza dell'hotel non potrà che essere quella turistica ricettiva.

Sentenza che libera il campo da possibili interpretazioni speculative o immobiliari .

Stamane andrà quindi all'asta un pezzo di storia del turismo del Nord Ovest dell'isola, uno dei pezzi pregiati di quella che era la porta d’oro del turismo in Sardegna e che proprio nel Capocaccia, insieme a poche altre strutture alberghiere presenti sulla costa algherese, trovava una forte opportunità di richiamo del turismo che conta con l’offerta di servizi di qualità in un contesto ambientale di straordinaria bellezza che definire unica al mondo non è azzardato.

Quel salto di qualità, sempre citato dalla politica locale, ma mai realizzato compiutamente.

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