La Nuova Sardegna

L’agroalimentare scommette sull’export

di Gian Mario Sias
L’agroalimentare scommette sull’export

In vetrina all’Hotel dei Pini le eccellenze di 120 imprese isolane che si confrontano con 33 buyers internazionali

08 giugno 2016
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ALGHERO. I prodotti agroalimentari sardi sono pronti a sfidare il mercato estero. Il lavoro portato avanti in questi anni in nome della qualità, della riconoscibilità, della tracciabilità e dello stretto legame tra cibo, luoghi, cultura, tradizione, salute e stile di vita deve fare un balzo in avanti. Per quanto a primo acchito possa sembrare paradossale, dato che in Sardegna si importa grandissima parte di quel che si consuma, il futuro si chiama export, si chiama Europa, si chiama nuovi mercati, si chiama Cina, con le sue straordinarie opportunità, fosse anche solo per la legge dei grandi numeri. Solo che rispetto alle prime volte in cui si è provato a ragionare di argomenti del genere il futuro è arrivato e sta per passare. Le aziende sarde provano a non perdere un treno che potrebbe segnare la svolta di un percorso virtuoso che oggettivamente ha cambiato l’immagine della Sardegna, trasformandola in una terra conosciuta soprattutto per i suoi prodotti alimentari, per la loro bontà, la loro qualità, per la bellezza dei luoghi in cui sono prodotti. Per fare in modo che questa idea di Sardegna diventi sempre più diffusa e sempre meno di nicchia, la Regione ha messo in campo una strategia da 12milioni di euro per aiutare le imprese a esportare. Meglio, per aiutare le imprese a dotarsi degli strumenti, delle competenze e dell’organizzazione necessaria per sperimentare nuovi mercati, dal potenziale enorme e non misurabile precisamente.

Va in questa direzione il Forum regionale dell’agroalimentare, che ha aperto i battenti ieri all’Hotel dei Pini e andrà avanti sino a venerdì tra convegni, seminari, incontri diretti tra aziende sarde e operatori internazionali, visite guidate alle principali realtà dell’agroalimentare. Organizzato dall’assessorato regionale dell’Industria con l’Agenzia Ice, il Forum coinvolge 120 imprese che rappresentano in maniera non esaustiva ma molto qualificata l’eccellenza dell’agroalimentare sardo. In questi giorni si stanno confrontando con 33 buyers internazionali incuriositi dal fenomeno “made in Sardegna”, cui hanno certamente contribuito anche le ricerche condotte a livello internazionale sul rapporto tra alimentazione e longevità dei sardi, leitmotiv della promozione dell’isola in occasione di Expo2015.

«L’agroalimentare è un settore che in Sardegna può crescere molto», ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. «Abbiamo prodotti con una grande forza, molto vendibili – aggiunge – dobbiamo farlo meglio e dobbiamo farlo insieme: imprese, produttori e istituzioni». Per sostenere l’assalto ai mercati esteri, «abbiamo avviato il progetto Export Lab con 50 imprese per la formazione di un management adeguato alla nuova missione», ha annunciato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras. «Per la Regione è un obiettivo strategico, abbiamo investito 12milioni di euro – prosegue – quella di oggi è un’occasione preziosa per iniziare a testare concretamente le potenzialità dei mercati internazionali per le imprese sarde». Per l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, «l’isola deve puntare sulla qualità dei prodotti, ma anche sulla qualità dei territori e delle produzioni, perché il plusvalore delle nostre eccellenze è la loro storia, la capacità di innovare la tradizione». Il Forum è seguito da una pattuglia di giornalisti stranieri specializzati.

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