La Nuova Sardegna

«L’obbligo è tornare uniti»

di Giampaolo Meloni
«L’obbligo è tornare uniti»

Ha fatto di Forza Italia il primo partito, ora apre alle due compagini civiche

07 giugno 2016
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OLBIA. Carte in tavola, senza infingimenti. L’ex sindaco trascinatore dell’area moderata apre subito al dialogo verso le due aree civiche che hanno preso parte al primo turno. «Abbiamo l’obbligo di fare ogni tentativo per cercare di riunificare il centrodestra, i moderati. Buona parte delle persone che si sono proposte sono moderate di centrodestra». Settimo Nizzi, allo stato parlamentare di Forza Italia e concorrente al ballottaggio certificato dalle urne, passa dagli auspici della vigilia all’ottimismo realistico del giorno dopo: «Certo che speravo, anche sulla base dei sondaggi. Il fatto che fossimo cinque competitor ha fortemente frantumato il voto. Ma un conto sono le cifre teoriche, altra cosa è il confronto diretto con la città e la risposta degli elettori».

La ista. Il rientro in campo lo ha premiato, anche oltre le aspettative dell’area politica a lui più affine. Forza Italia si era divisa, perdendo pezzi tutt’altro che di seconda fila. Con il voto dell’altro ieri torna primo partito in città, sia con il proprio logo e tantopiù con la somma della “Lista Nizzi”, che è sempre Forza Italia: «Non potevamo fare una lista con cinquanta persone. Abbiamo diviso i candidati in due liste», spiega. Quella divisione è una ferita aperta? «Nonostante la ferita, la gente ha avuto fiducia in me – dice con misurata soddisfazione. Io sono per ricucire tutte le ferite, voglio andare in piazza, salutare con gioia, sorridere a tutti, senza dover voltare lo sguardo altrove, nei confronti delle persone con le quali ho condiviso anni di impegno politico».

No apparentamenti. Ricucitura in casa, dialogo con i vicini. Alleanza palese? «Non faremo nessun apparentamento ufficiale – charisce Nizzi –. Vogliamo fare trattative politiche, riunificare il centrodestra. Spero che tutti i partiti del centrodestra e le due coalizioni che hanno indossato una maglia civica possano discutere e avviare con noi il programma per il rilancio della città».

Cinque punti. Per il viaggio verso il prossimo turno si parte con uno scarto di circa cinque punti a vantaggio del candidato del centrosinistra, è abbordabile? «Assolutamente a portata di mano. È tutto in ballo, abbiamo visto che il centosinistra ha colto il massimo dei consensi possibili al primo turno. Noi avevamo fino a ieri una frammentazione enorme, speriamo di riunificarci e avere il maggiore consenso».

I giovani. Senza necessità di spendersi in teorie sulla rottamazione,Settimo Nizzi contraddice anche il meccanismo che vorrebbe il ricambio in politica generato dalle generazioni più fresche. Da queste parti il ringiovanimento prende forma con una personalità come Settimo Nizzi, già due volte sindaco, poi consigliere comunale, quindi presidente del consorzio industriale, e ancora deputato. Non vede contraddizioni? «No è la vita. Tutti noi sardi lo sappiamo. Dice il detto “povera la casa dove mancano i capelli bianchi”, Penso che questo sia un principio di vita assoluto. I saggi nella comunità hanno sempre contato, i giovani hanno sempre seguito le orme dei saggi, quando non lo hanno fatto hanno procurato danni alla comunità. Occorre un giusto rinnovamento seguito, guidato non oppresso. A chi è più maturo spetta di organizzare in maniera seria, trasparente e soprattutto moderata la vita della propria comunità».

Leadership. Settimo Nizzi ora deve mettere a frutto la forza della leadership che deriva dal risultato elettorale. Conta sulla radice moderata, centrista della città. «Sì, a Olbia le persone pensano a lavorare, a vedere le cose realizzate in maniera tranquilla, senza grandi scossoni». Dopo due mandati punta gli occhi verso la sua terza volta. «Ho molto più entusiasmo di quando ne avessi nel 1997. Ho voglia di lavorare tanto e sento il dovere di farlo per la mia città. La vedo troppo malandata per lasciarla così». Quale è la cosa peggiore che richiede un intervento immediato? «Mettere mano subito al piano Mancini. Bisogna fare un progetto alternativo: non acqua in città, ma acqua fuori dalla città. Tubo e canale a Padrongianos. Non abbiamo altro da fare». La cosa migliore che vede e vorrebbe migliorare? «Il centro storico: strade, illuminazione. La città è spenta, chiusa, sporca. La vogliamo, bella, pulita e luminosa».

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