La Nuova Sardegna

Si incatenano davanti al seggio

di Luciano Onnis

Villacidro, la protesta di una coppia che da agosto vive in alloggi di fortuna

06 giugno 2016
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VILLACIDRO. Hanno scelto il giorno delle elezioni per chiedere ancora una volta una casa e un lavoro per poter vivere. Comunali segnate dalla protesta di una giovane coppia di sposi che, ieri mattina, dopo l’apertura delle urne nel seggio elettorale della scuola elementare di via Farina, si è incatenata alla inferriata di recinzione della scuola.

I due giovani, Antonio Giua, di 28 anni, e Fabiola Serci, di 31, hanno inscenato la protesta perché non hanno un tetto sotto cui dormire e sono costretti a vivere in tenda o in baracche di fortuna. Rivendicano un alloggio popolare, ma non muovono accuse agli amministratori comunali uscenti né a partiti specifici, ma genericamente a tutti. «Dal 13 agosto siamo senza casa – si leggeva nel cartello che hanno esposto davanti al seggio –. Da allora tante parole ma nessun cambiamento. Questo è il risultato. È come se non esistessimo e nelle condizioni in cui viviamo. Dovremmo avere diritto a una casa per fare la nostra vita e creare la nostra famiglia».

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