La Nuova Sardegna

Anela è un paese diviso non trova un candidato

di Alessandro Pirina
Anela è un paese diviso non trova un candidato

La comunità del Goceano spaccata in 2 fazioni non è riuscita a presentare la lista Il municipio resta nelle mani del funzionario regionale e c’è chi ne è felice

02 giugno 2016
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INVIATO AD ANELA. L’identikit lo hanno disegnato da tempo, ma il giovane dalla statura e dal curriculum giusti per guidare il paese non si trova. E così per il secondo anno di fila ad Anela le elezioni vanno deserte. Per altri 12 mesi il piccolo borgo arroccato sui monti del Goceano, all’estremità della provincia di Sassari ma che fa riferimento a Nuoro, sarà guidato dal commissario. Una sconfitta per la comunità. O forse no. Nelle stradine del piccolo centro, 700 anime, due bar, due market e una farmacia, la decisione di disertare le urne non dispiace più di tanto. «Meglio così, almeno non ci sono più dispetti e litigi», si lascia scappare una donna anziana. Già, litigi, dispetti e anche qualche cosa di più. Le cronache raccontano di un paese diviso in due gruppi. Due fazioni che non riescono da tempo ad andare d’accordo, figurarsi ad amministrare il Comune. Rivalità che rimandano alla Verona dei Montecchi e Capuleti. «Prima il paese era unito, stavamo tutti insieme – aggiunge l’anziana donna –. Poi sono iniziati i bisticci, i dispetti. Un brutto clima. Pensi che per Sant’Antonio anziché un solo fuoco qui se ne fanno due. Tutto per non stare assieme gli uni con gli altri».

Prove di unità. Eppure negli ultimi 12 mesi i due gruppi hanno provato a deporre le armi e a cercare una soluzione unitaria, ma alla fine i tentativi si sono risolti con un nulla di fatto. Ma a influire sull’esito negativo della trattativa più che i dissapori paesani è stata proprio la mancanza di aspiranti consiglieri. Qualcuno con passate esperienze amministrative ha provato a riproporsi come sindaco, ma non è riuscito a mettere su una lista per mancanza di candidati.

L’ex sindaco. Un’operazione di reclutamento che aveva iniziato nella passata legislatura l’ultimo sindaco Vanni Dettori, ma senza successo. «Io avevo messo nella mia lista diversi giovani che, mi auguravo, potessero mettersi a disposizione per poi guidare Anela – racconta –. Io ero già stato sindaco nei primi anni ’90, sono stato consigliere e di nuovo sindaco. Nel 2015 ho ritenuto opportuno farmi da parte. Speravo che qualcuno prendesse l’iniziativa e invece nessuno se l’è sentita».

Il commissariamento. E infatti da due anni Anela è sotto un commissario, Giovanni Maria Retanda, per mancanza di candidati. Una sospensione della democrazia che, a sentire Dettori, ha poco a che fare con i dissidi tra gruppi familiari. «Le liti, i dissapori ci sono come in tutti i paesi – dice l’ultimo sindaco –. Si rompe, si ricuce, ci si rimescola, ma senza astio. Ciò che manca ad Anela è la volontà dei giovani di impegnarsi ad amministrare. Sia nel 2015 che quest’anno non è mancato chi si è proposto come sindaco, ma è stato impossibile trovare i consiglieri per fare la lista».

La crisi. A giocare un ruolo fondamentale in questo scenario è stata la fuga dei giovani. Sempre meno sono quelli rimangono ad Anela, la maggior parte preferisce emigrare verso altri lidi. «Sono arrivata nel 1987 – racconta la farmacista Maria Paola Pazzola –. C’era movimento, ci si divertiva, c’erano la Pro loco, il gruppo folk e soprattutto i giovani». Il censimento del 1991 contava 1.129 residenti, oggi sono sotto la soglia dei 700. Le elementari sono state chiuse, resistono la materna e un nido privato. E resta il campeggio in montagna, iniziato negli anni ’90 e ora in dirittura di arrivo, ma che per la sua gestione necessita di soldi che però nelle casse del Comune non ci sono.

Gli under 30. E così per i giovani che hanno scelto di restare in paese gli spazi sono sempre più ristretti. «Qui abbiamo poca scelta – dice Pierluigi Scanu, 22 anni, disoccupato –. Qualche lavoretto alla giornata o andare via. Mi dispiace che nessuno si sia candidato, le persone valide ci sono e per chi è senza lavoro sarebbe stato davvero importante». E, invece, ora bisogna aspettare altri 12 mesi. Con l’auspicio che sarà la volta buona.

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