La Nuova Sardegna

Energia, un’altra occasione persa

di Gianni Bazzoni
Energia, un’altra occasione persa

L’allarme: «Svaniti 700 milioni, servivano a rilanciare l’economia del territorio»

24 maggio 2016
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SASSARI. «Il settore dell’energia - negli anni successivi alla liberalizzazione alla privatizzazione - è stato abbandonato a se stesso, a logiche opportunistiche, in balia di singoli interessi. I consumi hanno subito forti contrazioni, in Sardegna le vertenze di aziende energivore come Alcoa e Euroallumina, nonostante le dichiarazioni della politica locale e nazionale, non hanno trovato soluzione». Partono da questa analisi le segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec per ricordare l’ennesimo colpo inferto all’Isola con la rinuncia - da parte di Ep Produzione - all’investimento da 700 milioni di euro nel polo energetico di Fiume Santo.

«In questa vicenda non ci sono solo responsabilità delle aziende (certamente le più pesanti), sono molto forti quelle della politica, nella incapacità che esprime nella programmazione energetica e industriale. L’Italia perde un finanziamento da 700 milioni di euro che sarebbe stato utile per rilanciare l’economia di un territorio in sofferenza e garantire al sito un futuro certo per i prossimi 35 anni».

Le segretarie nazionali di catagoria di Cgil, Cisl e Uil ricordano il passato dell’Enel a Fiume Santo, rilevano che gli impianti esistenti hanno bisogno di interventi per aumentare l’efficienza. «Eph deve presentare immediatamente un piano industriale credibile – sottolineano i sindacati – deve impegnarsi con atti tangibili per dare certezze produttive al polo di Fiume Santo e stabilità ai lavoratori diretti e indiretti».

A Eph, le segreterie nazionali ricordano che non ha ereditato solo l’impianto «ma ha rilevato gli obblighi da tutti i precedenti proprietari». E l’elenco è semplice: «La realizzazione del nuovo gruppo, la restituzione alla comunità dell’area dei gruppi 1 e 2, l’impegno di ridurre il complessivo impatto sull’ambiente». E poi: «Gli interventi di ambientalizzazione, tutti quelli che necessariamente si dovranno realizzare, e che sono fondamentali non solo per il valore ambientale ma garantiscono la possibilità di produrre offrendo un importante ritorno economico e occupazionale al territorio».

Cgil, Cisl e Uil ribadiscono (è la linea anche della Regione) che il mancato investimento sul gruppo a carbone «deve essere sostituito da nuovi interventi, coerenti con il momento economico e industriale che viviamo. Eph non può limitarsi a dire che il progetto era vecchio e anti economico. Deve offrire una reale alternativa coerente con il presente e il futuro. E lo deve fare subito».

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