La Nuova Sardegna

L’ex sindaco nazista è un caso nazionale: «Va condannato»

di Claudio Zoccheddu

La reazione sconvolta della comunità ebraica di Roma Il lavoro in carcere: Caligaris (Sdr) sollecita verifiche

20 maggio 2016
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SASSARI. Il candidato sindaco camerata non è più un affare esclusivo.

Antonello Zanza ha sconfitto l’isolamento e ha iniziato a farsi un nome anche nel resto d’Italia nonostante, infondo, sia solo uno dei due aspiranti sindaco del comune di Bonorva. Non proprio il centro del mondo. Eppure, il caso dell’aspirante primo cittadino affezionato ai forni crematori e sostenitore di tutte le brutture del regime fascista ha scavalcato il Tirreno.

Le reazioni di chi si è imbattuto nei contenuti condivisi da Antonello Zanza è stata molto simile a quelle registrate nell’isola. La passione per i saluti romani, per gli inni delle SS e per i canti del regime non è passata inosservata e ha suscitato lo sdegno, ad esempio, della comunità ebraica di Roma. E non è un caso, la Sardegna ebraica non è un organismo indipendente ed è legata proprio dalla comunità romana che, ieri, ha commentato la sfortunata epopea di Zanza attraverso le parole del vicepresidente Ruben Della Rocca: «È un personaggio di uno squallore unico. La nostra è una condanna su tutta la linea ed è inutile che questo soggetto si nasconda dietro la scusa delle goliardia. Non regge. Se vuole fare il simpatico lo faccia a casa sua e tratti altri temi – spiega il Ruben Della Rocca – anzi, mi domando com’è possibile che la Procura della Repubblica non sia intervenuta d’ufficio».

Il vicepresidente della comunità ebraica ha accolto con favore la presa di posizione di Michele Piras, deputato di Sinistra italiana che ieri ha depositato un’interrogazione parlamentare sul caso Zanza: «Ben fatto, sono con lui. Ovviamente questo deve accadere quando vengono sbeffeggiati tutti i crimini contro l’umanità, non solo la Shoah – dice ancora Ruben Della Rocca – e proprio per questo motivo assisteremo da spettatori a questa vicenda perché in casi come quello di Bonorva le condanne non devono arrivare dalle comunità ebraiche, sono i cittadini che dovrebbero vergognarsi di questi personaggi».

Ma Antonello Zanza non è solo un aspirante sindaco. Nella vita ha scelto un mestiere delicato che lo porta a contatto con uomini e donne di ogni estrazione sociale, provenienza e credo politico. Zanza è un medico che lavora come soccorritore del 118 ma anche nel carcere di Uta, la struttura che ha sostituito Buoncammino: «Non ho mai sentito lamentele sull’operato di Zanza – spiega Maria Grazia Caligaris, presidente di Socialismo Diritti e Riforme che fa le veci del garante dei detenuti del carcere, ruolo al momento vacante –. Personalmente non ho nulla da obiettare dal punto di vista lavorativo ma credo che l’ordine dei medici abbia fatto bene a decidere di valutare il comportamento tenuto da Zanza sui social. Una persona che si espone in questo modo potrebbe turbare il rapporto con i suoi pazienti. Si tratta di simpatie politiche estreme che possono causare disagio – dice ancora Maria Grazia Caligaris che proprio non crede alla giustificazione goliardica utilizzata da Zanza – quella dello scherzo non è una giustificazione accettabile, su certe cose non si può fare dello spirito».

Condanne e posizioni che forse non sfioreranno l’animo dell’ex sindaco camerata, sempre più convinto di essere la vittima di un attacco strumentale e di una vendetta politica.

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